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2cor11_1 21

Page history last edited by Paolo E. Castellina 13 years, 2 months ago

 

Non è tutto oro quel che luccica

 

1 Vorrei che sopportaste da parte mia un po' di follia! Ma, sì, già mi state sopportando! 2 Infatti sono geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo. 3 Ma temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così le vostre menti vengano corrotte e sviate dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo. 4 Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri. 5 Stimo infatti di non essere stato in nulla inferiore a quei sommi apostoli. 6 Anche se sono rozzo nel parlare, non lo sono però nella conoscenza; e l'abbiamo dimostrato tra di voi, in tutti i modi e in ogni cosa. 7 Ho forse commesso peccato quando, abbassando me stesso perché voi foste innalzati, vi ho annunciato il vangelo di Dio gratuitamente? 8 Ho spogliato altre chiese, prendendo da loro un sussidio, per poter servire voi. 9 Durante il mio soggiorno tra di voi, quando mi trovai nel bisogno, non fui di peso a nessuno, perché i fratelli venuti dalla Macedonia provvidero al mio bisogno; e in ogni cosa mi sono astenuto e mi asterrò ancora dall'esservi di peso. 10 Com'è vero che la verità di Cristo è in me, questo vanto non mi sarà tolto nelle regioni dell'Acaia. 11 Perché? Forse perché non vi amo? Dio lo sa. 12 Ma quello che faccio lo farò ancora per togliere ogni pretesto a coloro che desiderano un'occasione per mostrarsi uguali a noi in ciò di cui si vantano. 13 Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. 14 Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. 15 Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere. 16 Nessuno, ripeto, mi prenda per pazzo; o se no, accettatemi anche come pazzo, affinché anch'io possa vantarmi un po'. 17 Quel che dico quando mi vanto con tanta sicurezza, non lo dico secondo il Signore, ma come se fossi pazzo. 18 Poiché molti si vantano secondo la carne, anch'io mi vanterò. 19 Or voi, pur essendo savi, li sopportate volentieri i pazzi! 20 Infatti, se uno vi riduce in schiavitù, se uno vi divora, se uno vi prende il vostro, se uno s'innalza sopra di voi, se uno vi percuote in faccia, voi lo sopportate. 21 Lo dico a nostra vergogna, come se noi fossimo stati deboli; eppure, qualunque cosa uno osi pretendere (parlo da pazzo), oso pretenderla anch'io" (2 Corinzi 11:1-21).

 

A volte le circostanze rendono necessario fare ciò che normalmente non faremmo, come legittimamente vantare i nostri titoli e la nostra certificata competenza. L'Apostolo vi è costretto non per sé stesso, ma per motivi pastorali: falsi apostoli stanno confondendo le menti dei cristiani di Corinto, i quali non si avvedono di quel che sta accadendo: li stanno seducendo nel tentativo di allontanarli "dalla semplicità e dalla purezza nei riguardi di Cristo" (v. 3). Se quei falsi apostoli vantano grandi credenziali, lui ce n'ha anche di migliori! Questo vantarsi è davvero stupido, ma per un momento egli vuole stare al gioco. "Abbiate pazienza: permettetemi ora di farlo. È necessario". Per quale motivo? (1) Paolo è "geloso" dei cristiani di Corinto. Egli li ha "fidanzati" a Cristo ed ora qualcun altro vorrebbe sedurli. Paolo, inoltre, (2) non si capacità della loro disponibilità verso un messaggio palesemente aberrante; infine (3) perché lui, Paolo, non è per nulla inferiore ai suoi rivali.

 

1. È così come se dicesse: "A voi tengo troppo: non posso tollerare che qualcuno vi inganni a quel modo! Io vi ho accompagnati a Cristo e legati a Lui come vostro Signore e Salvatore. La vostra vita, il vostro 'destino' ultimo dipende da Lui. Potrei forse considerare alla leggera, come se nulla fosse, chi vorrebbe strapparvi da Lui?". L'esempio che usa è quello di un padre che, come si usava nell'antichità, provvedeva alla figlia un degno sposo e, riservata a lui, vigilava affinché rimanesse "intatta" come un dono che non poteva essere in alcun modo guastato. Paolo è indubbiamente "padre spirituale" dei cristiani di Corinto e, come ogni buon padre, per loro vuole il meglio. Non c'è nulla di meglio che Cristo, "lo sposo": potrebbe egli mai tollerare che qualcuno, ingannandoli, facesse loro rivolgere altrove la loro attenzione? L'esempio di Eva ed il serpente tentatore è appropriato. Adamo ed Eva erano destinati alla comunione con Dio e Satana li distoglie con successo dal senso stesso della loro vita, e li rovina (e noi con loro). Se il cristiano non tiene "lo sguardo fisso" su Cristo e se ne lascia sviare, la rovina sarà inevitabile.

 

2. Come possono, poi, essi tollerare che si presenti loro un messaggio diverso?  Come potevano "sopportare volentieri" chi veniva a predicare loro "un altro Gesù, diverso" da quello che egli aveva predicato loro, o ricevere "uno spirito diverso" da quello che avevano ricevuto, "o un vangelo diverso"  da quello che avevano accettato (v. 4)? Non si trattava di una situazione ipotetica. Degli auto-proclamatisi "missionari" erano comparsi senza che nessuna chiesa stabilita li avesse, di fatto, mandati, ma si vantavano di grandi cose, ed i corinzi ...ci erano cascati. Questi "super-apostoli" vantavano di predicare Gesù e il vangelo e che il loro ministero fosse accompagnato da straordinari e potenti segni e miracoli "a prova indiscutibile" della loro veracità. La loro predicazione faceva sfoggio di grande eloquenza che suscitava ammirazione ed era diventata molto popolare. Oltre a tutto sfoggiavano impressionanti "lettere di raccomandazione" che provenivano (a loro dire) dai cristiani "originali" di Gerusalemme. Davanti a loro Paolo "sfigurava" ed appariva di molto "inferiore" e delegittimato. Eppure, nonostante tutto questo strombazzare, questo "battere la grancassa" il loro era un "Gesù diverso", "uno spirito diverso", "un vangelo diverso". Com'è possibile? Nel corso della storia e a tutt'oggi molte chiese, gruppi, "evangelisti", "profeti", "apostoli", dicono di annunciare Cristo ed il vangelo vantando grandi e diverse cose. Molti ne rimangono impressionati e si fanno un gran seguito (e spesso molto denaro), ma non è tutto oro quel che luccica. Essi erano giunti per predicare un vangelo diverso, non accreditato, non quello condiviso dalle autentiche chiese fondate dagli apostoli di Cristo. Era qualcosa di difettoso, di molto discutibile. Miracoli possono avvenire, ma di per sé non "provano" nulla, anzi, spesso sono usati per accreditare l'errore. Nella sua precedente lettera ai Corinzi, l'Apostolo aveva scritto: "E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso. Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio" (1 Corinzi 2:1-5).

 

3. Una terza ragione per cui Paolo, per un momento, "sta al gioco" e si vanta, è che non considera sé stesso inferiore a questi "super-apostoli": "Stimo infatti di non essere stato in nulla inferiore a quei sommi apostoli" (v. 5). Paolo, con  suoi titoli poteva ben competere (se avesse voluto) con quanto gli altri accampavano e superare quelli che ironicamente chiama "sommi apostoli". Essi sviliscono Paolo, ma benché egli sia "un profano nell'arte del parlare" (CEI) o un "idiota nel parlare" (Diodati), non un "professionista di retorica" egli supera tutti nella conoscenza, e questo ben lo compensa. Inoltre, Paolo, per la sua attività di apostolo non si faceva pagare: "vi ho annunziato gratuitamente il vangelo di Dio" (v. 7 CEI). Forse che il farsi pagare "profumatamente" per le proprie "performance" era un "marchio di qualità"? No, la povertà scelta da Paolo era per non dare alcun motivo di sospetto che egli lo facesse per denaro  (" per togliere ogni pretesto a coloro che desiderano un'occasione per mostrarsi uguali a noi in ciò di cui si vantano") e per non aggravare le chiese. L'Evangelo non è una mercanzia. Un apostolo che svolgesse "un lavoro comune" era cosa cosa vergognosa nella cultura greca. Non era "dignitoso" per un apostolo, per un "dottore in teologia" che "doveva" avere un lauto stipendio, abitare in una "bella casa" (oggi si aggiungerebbe "avere un'auto di lusso"). Per loro, tutto doveva essere "all'altezza". Non così per Paolo, che, nello spirito di Cristo, contestava i valori" di questo mondo. Insomma, l'attività apostolica di Paolo non era tesa ad elevare sé stesso, per arricchirsi, acquisire popolarità, fama, onore. Paolo, al contrario, "si abbassa" perché loro siano (spiritualmente) innalzati. Paolo non voleva essere "di peso" per alcuno. Per di più, chi riceve denaro (anche per svolgere legittimamente il ministero cristiano) è facilmente ricattabile. Ieri e pure oggi non è infrequente che per compiacere i contribuenti e garantire la continuità del loro appoggio, il ministro di Dio scenda a compromessi, "addolcendo" il messaggio per renderlo gradito e "smussando" i lati taglienti per non diventare sgradito. Paolo è davvero libero così come l'Evangelo che non deve essere suscettibile di ricatti da parte di alcuno, singoli contribuenti, chiese oppure anche lo stato. Quanto spesso è stato e rimane vero che il profeta ed il sacerdote "di corte" compiace e serve più il suo padrone che Dio! Quando il cristianesimo diventa "religione di stato"o, in ogni caso, acquista un ruolo "ufficiale", si corrompe e diventa "altro". La fede cristiana deve essere libero e fluido movimento che risponde solo a Dio, piaccia questo o non piaccia a persone ed istituzioni.

 

Paolo, così, vuole  "togliere ogni pretesto a coloro che desiderano un'occasione per mostrarsi uguali a noi in ciò di cui si vantano". Essi sono ben lungi dall'essere uguali all'apostolo Paolo (certamente non superiori a lui!). Di fatto sono "servitori di Satana", "falsi apostoli, operai fraudolenti". Paolo qui usa un linguaggio sorprendentemente duro: essi, di fatto, non servono Cristo, ma sé stessi, alle spese dei Corinzi. Sono lupi in veste d'agnello. È la strategia di Satana stesso: insinuarsi nelle chiese stesse con persone che, con titolo formale o accampato di ministri di Dio, riescono a conseguire potere e predicano un vangelo annacquato od erroneo per boicottare l'annuncio autentico dell'Evangelo e la vita cristiana. Non si rivelano così solo nemici degli autentici ministri di Dio (che spesso riescono a fare emarginare o estromettere), ma sono nemici di Cristo (che pure dicono di onorare). Non prevarranno,però, sempre: "la loro fine sarà secondo le loro opere". Davanti al giudizio di Dio sono i fatti che contano: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Matteo 7:21).

 

Paolo, dunque, per un po' sta al gioco, stupido e folle, del gonfiarsi di vanto, ma non è né stupido né folle. Che lo tollerino in questo per un attimo con giusta causa. Tutto questo egli non lo dice "secondo il Signore", con la Sua autorità, perché il Signore Gesù non l'approverebbe mai. Vantarsi in quel modo è solo "secondo la carne", il tipico modo di agire della persona non rigenerata di questo mondo. L'ironia di Paolo dal v. 20 è pungente. Non solo quei "super apostoli", infatti, sono falsi e fraudolenti, ma anche pazzi, cioè irragionevoli ed i cristiani di Corinto si lasciano prendere da loro per i naso e li tollerano sembrando credere alle loro pretese. È come se Paolo dicesse ai Corinzi: "Scuotetevi, aprite gli occhi, vi stanno ipnotizzando!". Peggio: li stanno riducendo in schiavitù, li stanno sfruttando, "divorando" avvantaggiandosi di loro con l'inganno, se ne fanno beffa come chi si lascia (volentieri!) schiaffeggiare!

 

Tutto questo è davvero stupefacente. Paolo debole? Umile e mansueto, ma non esita, quando necessario, a parlare chiaramente! Come può una chiesa permettere di essere manipolata a quel modo da palesi sfruttatori? Grazie a Dio, ogni tanto i credenti "si svegliano" e si liberano del clero e pastorato corrotto dal quale talvolta si lasciano dominare!

 

Preghiera.  Signore Iddio, non permettere che le tue chiese (ed io con loro)  si lascino ipnotizzare, addormentare e manipolare da falsi ministri dell'Evangelo. Che i tuoi figlioli rimangano vigilanti e sappiano ribellarsi ad insegnamenti ed insegnanti corrotti. Che esse mantengano un sano spirito critico ed anche, quando necessario, la fermezza e la forza dell'Apostolo contro ogni abuso. Nel nome di Cristo. Amen.

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