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A chi apparteniamo

Page history last edited by Paolo E. Castellina 16 years, 1 month ago

 18 Marzo

A CHI APPARTENIAMO?
 

"Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio" (1 Corinzi 619,20).

 

Il cristiano considera la propria vita completamente consacrata a Dio perché sa che, essendo stato riscattato non con cose corruttibili, come argento od oro, ma con il prezioso sangue di Cristo (1 Pietro 1:18), ora non appartiene più a sé stesso. Egli non decide di essere consacrato a Dio come se fosse per lui un'opzione fra le tante, ma riconosce di appartenere a Dio come un Suo diritto inalienabile. Anche se il linguaggio e la similitudine usati a questo riguardo dal Nuovo Testamento possono essere poco graditi per le orecchie moderne, i cristiani sono consapevoli, come si esprime l'Apostolo, che: "Voi siete stati comprati a prezzo" (1 Corinzi 7:23). Era il linguaggio usato nel mercato degli schiavi: gli schiavi potevano passare da un padrone all'altro. Fra gli Israeliti poteva essere possibile vendere sé stessi come schiavi per debiti, ma solo fino al tempo del Giubileo o fino a quando un parente del suo stesso sangue lo riscattava (Cfr. Levitico 25::47-50, vedi nota a pié di pagina). È così che il nostro "parente", Cristo, ci riscatta dalla servitù al peccato, alla colpa ed alla condanna. Quando ci riscatta, "ci compra", ci dice: "Sarete solo Miei, di nessun altro".

 

La pretesa che il Signore ha su di noi è fondata sul Suo supremo sacrificio. L'Apostolo scrive: "...il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere" Tito 2:14). Gesù ha dato Sé stesso fino a morire in croce affinché potessimo considerarci come morti al peccato: "Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia" (1 Pietro 2:24).

 

Gli Apostoli parlano costantemente di sé stessi come servi o schiavi di Cristo. Oh, se potessimo tutti vivere così, considerando ogni cosa non come nostra proprietà esclusiva, ma credendo che tutto ciò che abbiamo ci è stato affidato per essere usato per il nostro Signore e Maestro. Egli assegna a ciascuno di noi l'opera da compiere che meglio si adatta a noi. Alcuni sono chiamati a servirlo in posti di responsabilità nell'ambito della chiesa, altri in diversi contesti, forse meno appariscenti, ma ogni cosa è importante nella grande casa del Maestro. Tutto ciò che richiede a noi è un servizio fedele.

 

Discorsi di questo tipo oggi possono essere sgraditi a molti. Il nostro, infatti è il tempo de "Il corpo è mio e me lo gestisco io", il tempo in cui si mette sempre in grande evidenza l'autonomia e la libertà. Si tratta però spesso di un'autonomia ed una libertà illusoria perché fuori da Cristo siamo solo legati mani e piedi a servitù delle quali spesso neanche ce ne rendiamo conto. Quello che la nostra generazione non comprende è che la vera libertà è in Cristo, che la vera libertà è appartenere a Lui ed essere al Suo servizio, che più Gli ubbidiamo, meglio possiamo assaporare che cosa davvero significhi libertà.

 

PREGHIERA

 

O Signore, mi affido e consacro a Te. Sono nato per servirti, per essere Tuo, per essere Tuo strumento. Non chiedo di vedere, non chiedo di sapere. Chiedo semplicemente di essere utilizzato da Te. Amen.

 

Nota. "Se un forestiero che vive presso di te arricchisce e un tuo fratello che vive presso di lui impoverisce, e si vende al forestiero o all'ospite che è presso di te, o a qualcuno della famiglia del forestiero, dopo che si è venduto, può essere nuovamente riscattato; lo potrà riscattare uno dei suoi fratelli. Lo potrà riscattare suo zio, o il figlio di suo zio; lo potrà riscattare un parente del suo stesso sangue; o se ne ha i mezzi, potrà riscattarsi da sé. Farà il conto col suo compratore, dall'anno che si è venduto a lui all'anno del giubileo; e il prezzo da pagare sarà calcolato in base al numero degli anni, valutando le sue giornate come quelle di un bracciante" (Levitico 25::47-50).

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