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Alla ricerca di anime perdute

Page history last edited by PBworks 15 years, 8 months ago

11 Luglio

ALLA RICERCA DI ANIME PERDUTE

"....e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: "Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta". Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento" (Luca 15:6-7).

Perché il Signore Gesù andava a cercare proprio quelli che allora la società considerava cattivi elementi, gente di cattiva reputazione, "peccatori", cioè gente "non rispettabile", gente dalla quale "è meglio" stare alla larga e non certo da frequentare? Forse perché c'era affinità fra Lui e loro? Certo no, anche se qualcuno, allora, era giunto persino ad insinuarlo.

Il Signore Gesù andava espressamente a cercare "i peggiori" della società, quelli che noi considereremmo "irrecuperabili" perché, di fatto, possono essere ricuperati. Noi, troppo spesso, saremmo disposti ad abbandonarli "al loro destino". Che ne sappiamo, noi, però, del loro destino? Quanto sappiamo noi della potenza di Dio? Anche la storia contemporanea dimostra come persino i più biechi assassini possono essere trasformati dalla potenza di Dio in Cristo e diventare nuove creature, gente che sinceramente si ravvede dai loro peccati, riceve il perdono del Signore, e inizia, al seguito di Cristo, una vita radicalmente nuova.

Quando accade questo? Quando un cristiano non teme di andare loro incontro per portare anche a loro l'annunzio dell'Evangelo: l'annunzio del perdono e della riabilitazione davanti a Dio ed alla società per tutti coloro che si ravvedono dei loro peccati e si affidano di tutto cuore a Cristo per essere salvati. Nessuno è da abbandonare, nessuno è da considerarsi "definitivamente perduto". Chi può dire, infatti, con certezza se una persona sia predestinata alla salvezza oppure alla perdizione? Gesù va alla ricerca delle "Sue pecore" ed esse possono essere trovate persino fra coloro che apparentemente, a nostro giudizio, non mostrano evidenza alcuna di essere minimamente interessati di Cristo.  Una volta "Gesù fissò lo sguardo su di loro e disse: «Agli uomini è impossibile, ma non a Dio; perché ogni cosa è possibile a Dio»" (Marco 10:27).

Ecco perché il cristiano annunzia l'Evangelo a tutti, indiscriminatamente. Solo in un secondo tempo, eventualmente, si vedrà se uno era "del gregge di Cristo", oppure no, se era "pecora", oppure "capra" (per usare un'immagine biblica). Noi potremmo conoscerlo soltanto in cielo. Non sta a noi giudicare, anche se indubbiamente vi sono segni biblici per i quali è possibile, in una certa qual misura, dire se uno sia, si comporti da vero discepolo di Cristo, ma sempre con riserva, con cautela. Paolo scrive, nel contesto di un matrimonio dove solo uno dei coniugi è credente: "...perché, tu, moglie, che sai se salverai tuo marito? E tu, marito, che sai se salverai tua moglie?" (1 Corinzi 7:16). Potrebbe giungere a Cristo, attraverso la tua testimonianza, al momento della sua morte, o persino dopo la tua morte!

In ogni caso è vero che l'apparenza può ingannare. Paolo, prima di diventare cristiano, era una persona istruita e molto "morale" e religiosa, ma non era a posto con Dio. Se ne rende conto solo più tardi quando sorprendentemente afferma: "...prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità" (1 Timoteo 1:13).

Ecco perché, di fatto, Gesù, nel nostro testo, non dice che vi sia gente che "non ha bisogno di ravvedimento", perché la Bibbia afferma chiaramente che tutti siamo peccatori, che tutti dobbiamo considerarci peccatori e che dobbiamo ravvederci dei nostri peccati. I nostri peccati potrebbero non essere così evidenti se messi a confronto con quelli che la società considera come "grandi peccatori", ma pure sono peccati che dispiacciono a Dio e che ci tengono lontani dalla salvezza. L'apostolo Giacomo scrive: "Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti" (Giacomo 2:10). Questo potrebbe non piacerci, ma è così. Infatti, "...com'è scritto: «Non c'è nessun giusto, neppure uno" (Romani 3:10).

Siamo dunque realisti su noi stessi ed umilmente andiamo a Cristo per trovarvi perdono e vita nuova perché tutti abbiamo bisogno di Lui.
Al tempo stesso andiamo verso "i peggiori" della società, come ha fatto Cristo e non temiamo di chiamare anche loro al ravvedimento ed alla fede in Cristo testimoniando di ciò che Egli ha fatto nella nostra vita.

PREGHIERA

Signore, Ti chiediamo perdono per due cose. In primo luogo della nostra presunzione. Per quanto la gente ci possa considerare "brava gente", siamo peccatori ed abbiamo bisogno di Te. Aiutaci ad esaminare attentamente noi stessi ed a cercare quel rinnovamento che solo Tu in noi puoi operare. In secondo luogo ti chiediamo perdono perché non siamo andati alla ricerca delle "pecore perdute" ed abbiamo pensato che certa gente sia "irricuperabile". Potrebbe non essere così. Amen.

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