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Autoesclusione

Page history last edited by Paolo E. Castellina 15 years, 6 months ago
14 settembre 
AUTO-ESCLUSIONE… 
"Il signore disse al servo: ‘Va' fuori per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, affinché la mia casa sia piena’” (Luca 14:23). 
 
Un giorno Gesù era stato invitato a cena con i Suoi discepoli da uno dei principali farisei, un grande onore agli occhi della società ed un onore ancora più grande avere Gesù in casa propria. Allora come oggi partecipare ad una “gran cena” era veramente qualcosa d’atteso e gradito, soprattutto se chi t’invita “non bada a spese”. Era occasione di grande gioia: cibo gustoso ed abbondante, una bella compagnia, musica e danze… Era espressione di benessere condiviso e di grande soddisfazione. Non c’era nulla di meglio che si potesse desiderare, soprattutto per una società dove risorse e mezzi di sussistenza scarseggiavano. Se poi chi t’invita è uno dei “principali” della società, partecipare ad una tal cena ti fa sentire davvero favorito. Non sorprende, quindi, che si paragonasse alla gioiosa partecipazione ad una tale gran cena la grazia dell’ammissione di una creatura umana alla presenza stessa di Dio, nella Sua reggia, dopo aver terminato questo nostro soggiorno terreno. Durante la cena alla quale Gesù è invitato, infatti, qualcuno esclama: "Beato chi mangerà pane nel regno di Dio!" (Luca 14:15), cioè “Beati quelli che Dio chiama a salvezza e che sederanno alla Sua mensa!”. Siamo fra questi? 
 
Anche Gesù quel giorno utilizza l’occasione di quell’invito a cena come illustrazione di diverse verità spirituali che vuole impartire ai presenti e a noi con loro. L’invito a partecipare alla beatitudine celeste è la grazia stupefacente che Dio manifesta a creature come noi che certo non lo meriterebbero. Dio ha rivolto quest’invito dapprima a quelli che avrebbero formato il popolo d’Israele e lo ripete attraverso l’annuncio dell’Evangelo di Gesù Cristo.
 
Molti sono gli invitati ma… strano: diversi sembrano non rendersi conto della portata di un tale invito e “lo snobbano” irriconoscenti, tirando fuori un sacco di scuse per non venire. Chi deve far questo, chi deve far quello… A dir loro non hanno tempo, sono già troppo occupati chi con la casa, chi con la famiglia, chi con gli affari… Dio certo comprenderà che hanno tanti doveri da assolvere prima… In apparenza sono giustificazioni legittime, ma sono pieni del senso di quanto sia importante quel che loro debbono fare. Poco importa quel che il Re dei re vuole fare. Inoltre, hanno la vista corta. Non si rendono conto di quanto importante per loro sia l’invito che è stato loro rivolto, un valore che supera molto qualunque altro.
 
Dio, però, non attende i loro comodi. Per quanto legittime siano quelle scuse, esse dimostrano solo un colpevole disprezzo per la maestà del Re dei re, che deve venire prima di qualsiasi altra cosa. Se non vengono ora che la cena è pronta e l’invito è stato inviato, una seconda opportunità non vi sarà più per loro: “Il servo tornò e riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa si adirò e disse al suo servo: ‘Va' presto per le piazze e per le vie della città, e conduci qua poveri, storpi, ciechi e zoppi …Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena” (Luca 14:21,24).
 
Sono così quelli che i primi guardano con disprezzo che parteciperanno alla gran cena del Re, anzi, coloro che sanno di non esserne degni verranno portati dentro con la forza dell’amore. Probabilmente i primi avranno nuove giustificazioni per non venire alla Cena: “Certo vogliamo avere a che fare con qualcuno che non riconosce la nostra importanza e delle cose che noi facciamo. Certo non vogliamo mescolarci con la gente che il Re ha invitato…”. Siamo anche noi così?
 
PREGHIERA 
 
Signore, dacci un maggiore senso della grandezza del dono che Tu ci fai in Cristo e della nostra indegnità. Vogliamo metterti al primo posto nella nostra vita e darti l’onore e la gloria di cui Tu sei degno. Amen. 

 

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