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Con i piedi ben piantati nella verità

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 7 months ago

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Con i piedi ben piantati nella verità

 

13 “Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi. 14 Tra voi si faccia ogni cosa con amore. 15 Ora, fratelli, voi conoscete la famiglia di Stefana, sapete che è la primizia dell'Acaia, e che si è dedicata al servizio dei fratelli; 16 vi esorto a sottomettervi anche voi a tali persone, e a chiunque lavora e fatica nell'opera comune. 17 Mi rallegro della venuta di Stefana, di Fortunato e di Acaico, perché hanno riempito il vuoto prodotto dalla vostra assenza; 18 poiché hanno dato sollievo allo spirito mio e al vostro; sappiate dunque apprezzare tali persone. 19 Le chiese dell'Asia vi salutano. Aquila e Prisca, con la chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore. 20 Tutti i fratelli vi salutano. Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. 21 Il saluto è di mia propria mano: di me, Paolo. 22 Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema. Marana tha. 23 La grazia del Signore Gesù sia con voi. 24 Il mio amore è con tutti voi in Cristo Gesù” (1 Corinzi 16:13-24).

 

Ancor più di allora, noi siamo oggi esposti a innumerevoli sollecitazioni di idee ed esperienze che vorrebbero tirarci da una parte o dall'altra. Servendo ad interessi privati e con l'intenzione si sfruttarci spesso senza scrupoli, queste sollecitazioni “pubblicitarie” sono studiate ad arte per sedurci e manipolarci. Esse si rivelano particolarmente efficaci ad attrarre persone con scarso discernimento e non radicate in alcuna ferma persuasione, sempre pronte a “provare” questo o quest'altro alla ricerca di soddisfazioni che si rivelano sempre illusorie o effimere. Queste esortazioni finali dell'Apostolo sono particolarmente appropriate non solo per i cristiani di Corinto. Essi devono “piantare i piedi” saldamente e attenersi alla ferma roccia di Cristo, secondo l'Evangelo che è stato loro annunciato.

 

L'Apostolo, così, dice: Vegliate [state sempre “all'occhio”], state fermi nella fede [inamovibili, incrollabili, “ostinatamente” perseveranti in ciò che vi è stato insegnato (per noi contenuto nelle Sacre Scritture) e della cui verità avete fatto esperienza], comportatevi virilmente [con coraggio, forza e determinazione], fortificatevi [nutrendovi costantemente della verità rivelata e “sviluppando i vostri muscoli” spirituali nella pratica dell'ubbidienza a Cristo]. Tra voi si faccia ogni cosa con amore [perché questo per un cristiano sta alla base di ogni cosa].

 

Sono esortazioni importanti, proprio “affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo” (Efesini 4:14-15). L'amore di Cristo fa nascere e sviluppare grande affetto per i nostri fratelli e sorelle in fede, con i quali ci sentiamo subito spontaneamente legati riconoscendoci destinatari della stessa grazia. L'accoglienza reciproca nel Signore non è sempre facile, soprattutto quando inevitabilmente, con il tempo, si scoprono i nostri difetti. “Nessuno è perfetto”, si dice comunemente, e questo lo dovremmo tenere sempre in considerazione. “Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l'amore copre una gran quantità di peccati” (1 Pietro 4:8).

 

L'ipocrisia e la falsità, però, di una professione di fede non rispondente ad un reale amore per Cristo, non è tollerabile. Questo è il senso di: “Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema [sia maledetto]. Può sembrare un'espressione molto dura dopo tanto parlare d'amore, ma l'inganno non è ammissibile: deve essere denunciato. L'amore non è mai privo di discernimento. Se non esiste nell'ingannatore e nel formalista, così scoperto, alcuna intenzione di ravvedimento, quella persona deve essere allontanata. Gesù disse: “Se rifiuta d'ascoltarli [i responsabili della comunità], dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano” (Matteo 18:17), cioè non è un reale fratello in fede.

 

È incoraggiante come ogni casa, ogni famiglia cristiana, possa e debba essere considerata una piccola chiesa che vive la gioia della fede cristiana abbracciando ed estendendone i benefici non solo a coloro che la compongono, ma anche ai vicini. Ogni famiglia cristiana che irradia l'amore di Gesù è lo strumento privilegiato di ogni efficace evangelizzazione, in attesa del compimento finale del regno di Dio, quando Cristo tornerà. È questo il significato dell'espressione maranathà. È pure la nostra:

 

Preghiera: Torna presto, Signore Gesù. Abbiamo bisogno di Te. Oggi ci impegniamo nel servirti, ma quanti problemi dobbiamo affrontare con i quali spesso dobbiamo convivere! Aiutaci a continuare ad amare senza stancarci mai. Quando Tu tornerai, però, come hai promesso, questi problemi saranno completamente risolti e saremo con Te per sempre. Sia questa la nostra preghiera. Amen.

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