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Desiderio per la dimora di Dio

Page history last edited by Paolo E. Castellina 15 years, 11 months ago

14 maggio

DESIDERIO PER LA DIMORA DI DIO

"O Eterno, io amo la dimora della tua casa e il luogo dove risiede la tua gloria" (Salmo 26:8).

Canta questo salmo qui.

È vero, la casa di Dio non è l'edificio ecclesiastico, "la chiesa", dove i cristiani si ritrovano per il culto, eppure il cristiano ama il luogo del culto come se Dio vi abitasse, soprattutto quando è dignitoso e ispira il raccoglimento della preghiera. Lo si apprezza particolarmente quando, avendovi avuto esperienze significative soprattutto quando si era bambini o ragazzi, ne dobbiamo per qualche motivo stare lontani.

L'autore di questo Salmo, lontano dal tempio di Gerusalemme, invidia persino gli uccelli che fanno il nido e trovano riparo fra le sue travi. I pellegrini che vi si recavano e i portinai del tempio li considera particolarmente privilegiati rispetto alla condizione nella quale ora egli si trova. Nel racconto Robinson Crusoe il protagonista, naufragato su una lontana isola, sente una struggente nostalgia per il suono delle campane della chiesa delle quali un tempo ubbidiva i richiami. C'è uno strano fascino del "sound" del culto per coloro che per anni sono stati privati d'esso. Le melodie dei salmi e degli inni più amati lo fanno commuovere.

Siamo riconoscenti della possibilità che abbiamo di partecipare al culto comunitario, vero e proprio "mezzo della grazia". Vi sono cristiani che tanto vorrebbero parteciparvi e ne sono impediti. Altri sono disposti a fare chilometri a piedi, pur di esservi presenti. Fanatici? No: chi ha gustato il valore del culto comunitario, se può, non ne fa a meno. Non c'è nulla che sia più importante, salvo le opere necessarie d'amore e solidarietà.

Per poter sentire il luogo del culto amabile e desiderabile, dobbiamo amare e desiderare Dio come nostro Signore e Salvatore. Porre Dio nel posto che Gli compete, quello più importante nella vita e nel cuore si trasforma inevitabilmente nell'amore verso gli edifici dove il suo popolo esprime a Lui la Sua devozione. Non vi sembri banale. Quando Dio è onorato come Re, là vi sono persone rispettose e diligenti nel partecipare al culto comunitario, puntuali, preparate e con un cuore desideroso di trarne il massimo beneficio. Anche se il ministro di culto non è "l'ideale", anche se il canto e la musica "lascia a desiderare", anche se l'atmosfera "non è perfetta" come dovrebbe essere, questo non fa venir meno il credente dal desiderare partecipare al culto comunitario, perché ha la determinazione di incontrarvi Dio e di godere della Sua particolare presenza.

È veramente una benedizione quando le vie che portano "a Sion", "in chiesa", hanno un posto di particolare considerazione per il cuore di un uomo o di una donna. Ci pensa, le sogna, le ama per la destinazione alla quale conducono. Nel nostro pellegrinaggio terreno abbiamo valli di depressione e di lacrime, ma anche vette esaltanti. Grazie a Dio la vita non è una lunga e noiosa monotonia per chi Lo ama. Non lamentiamoci della condizione di queste vie, ma facciamone l'uso migliore. Ogni fase della nostra esperienza ha le sue compensazioni. Perseguiamole. se camminate per una valle troverete sorgenti d'acqua, se salite per sentieri scoscesi avrete la possibilità di godere magnifici panorami. Valle o collina che sia, però, è importante sapere dove quella via vi conduce, l'obiettivo desiderato.

Questo salmo mette in evidenza che per il Suo popolo Dio è come uno scudo di difesa. Nella notte Egli è la luce. Se però, durante il giorno, i raggi del sole ci colpiscono come spade, Egli è il nostro scudo. "L'Eterno è colui che ti protegge, l'Eterno è la tua ombra, egli è alla tua destra. Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte" (Salmo 121:5-6). Qualunque sia la condizione in cui ci troviamo, Dio è per noi "quel che ci serve". Che conforto rifugiarci in Dio nel dolore e nell'afflizione. Tanti non lo capiscono, ma per noi è così e potrebbe essedrlo anche per loro.

PREGHIERA

Dacci la grazia, o Signore, di non perdere, a causa di apatia o di incredulità, ciò che Tu attendi di impartirci. Insegnaci a fare nostro ciò che Tu offri ed a ricevere quel che Tu vuoi impartirci. Amen.

 

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