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Gesù nostro capitano

Page history last edited by PBworks 16 years, 3 months ago

Gesù, il nostro Capitano

 

"Conveniva infatti a colui, per il quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere perfetto per mezzo di sofferenze l'autore della salvezza. Infatti colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno; per questo motivo egli non si vergogna di chiamarli fratelli" (Ebrei 2:10,11).

 

La parola che il nostro testo rende con "l'autore della salvezza" [1] è tradotta in modi diversi da altre versioni della Bibbia. E' assolutamente vero che Cristo è l'autore della nostra salvezza, ma questo testo evidenzia qualcosa che non può essere completamente contenuto nel termine "autore". Altre versioni italiane rendono quest'espressione così:  "il principe della salute" (Diod.), "il capo che li ha guidati alla salvezza" (CEI), "il capo che li guida verso la salvezza" (TILC). Essa potrebbe essere resa con "il primo della fila", "colui che precede una schiera", o anche "il pioniere", "il capitano". E' quello che Pietro intende quando scrive: "...e uccideste l'autore della vita, che Dio ha risuscitato dai morti e del quale noi siamo testimoni!" (Atti 3:15, "il Principe della vita" Riv.). Pietro pensa a Gesù che esce dalla tomba nella quale i Suoi nemici pensavano di averlo relegato per sempre e, mentre Egli procede, scopre che non è che il primo che apre una lunga processione di persone lungo i secoli che, in fila indiana, è vittoriosa con Lui sulla morte.

 

Fra i primi di questa grande processione, possiamo vedere la gloriosa compagnia degli Apostoli; dietro di loro quella dei profeti. Ecco poi i martiri che, per Cristo, hanno sacrificato la loro stessa vita. Policarpo ed Ignazio sono presenti, Crisostomo ed Agostino, Lutero e Calvino, Spurgeon e molti altri nomi noti ancora. Evidentemente non ci sono solo "nomi noti", ma anche innumerevoli cristiani sconosciuti alle cronache che fedelmente hanno seguito Cristo. Vi sono i nostri antenati nella fede e poi coloro che ci hanno personalmente condotti alla fede in Cristo, noi e coloro che seguiranno in futuro le stesse orme. Noi seguiamo Cristo, il nostro Capitano, attraverso il Getsemani al Calvario, attraverso la morte nella vita, attraverso la tomba al monte dell'Ascensione.

 

Quando Isaia descriveva il futuro avvento di Cristo, egli scriveva: "Ecco, io l'ho dato come testimone ai popoli, come principe e comandante dei popoli" (Isaia 55:4). Egli ha preminenza, non solo per la Sua gloria originale, come Figlio di Dio, ma come Colui che l'ha guadagnata tramite la Sua ubbidienza in quanto uomo. Nessuno ha mai prima di Lui operato così perfettamente la volontà di Dio. In questo siamo chiamati ad ubbidire ed a seguirlo. Egli è stato reso perfetto attraverso le sofferenze, e così lo saremo noi. Egli sarà coronato di gloria ed onore, e così saremo noi.

 

L'unico modo in cui Cristo può portarci a condividere la Sua gloria era il sottomettersi alla sofferenza ed alla morte. In nessun altro modo Egli avrebbe potuto agire come Mediatore della vita di Dio per noi che siamo Suoi fratelli. Se, allo stesso modo, noi vogliamo essere mediatori di soccorso e di benedizione per altri, dobbiamo pure essere pronti a soffrire. Dobbiamo imparare a mettere da parte il nostro egoismo ed il nostro comodo. La via della Croce è la sola via che conduce al Trono. Possiamo raggiungere "l'alta quota" solo dicendo di no ad una vita vissuta per noi stessi. Questo implica necessariamente sofferenza e dolore, ma solo così possiamo seguire il nostro Capitano.

 

Preghiera. Insegnaci, o Signore, non solo a portare ma anche ad amare la Tua Croce. Quando la prendiamo e la portiamo, troveremo che è essa a portarci. Amen.

 

[1] "επρεπεν γαρ αυτω δι ον τα παντα και δι ου τα παντα πολλους υιους εις δοξαν αγαγοντα τον αρχηγον της σωτηριας αυτων δια παθηματων τελειωσαι".

 

Da "Our Daily Walk - Daily Meditations and a Prayer for Each Day By F.B. Meyer", 4 gennaio.

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