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I guastafeste

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 9 months ago

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I guastafeste

 

6 “Il vostro vanto non è una buona cosa. Non sapete che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta? 7 Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. 8 Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità” (1 Corinzi 5:6-8).

 

I cristiani di Corinto si vantavano dei loro presunti successi spirituali e delle loro presunte conoscenze supplementari. Tutto questo era ingannevole: non erano sulla via del meglio, ma del peggio, visti i risultati. Di fatto stavano rovinando la buona opera che Dio aveva iniziato a fare fra di loro tramite l'opera di Paolo. Queste influenze corruttrici erano come l'effetto del lievito nella pasta. Non a caso gli ebrei ritualmente se ne liberano quando celebrano la festa della Pasqua. Quali sono i “guastafeste” della vita cristiana dai quali noi dobbiamo liberarci? Che la sincerità e la verità sia il nostro pane quotidiano, azzimo, cioè privo del potere corruttore del peccato che lo farebbe fermentare.

 

Nella pratica della loro religione, gli ebrei dovevano eseguire diligentemente cerimoniali molto elaborati. Erano come predicazioni multimediali molto coinvolgenti. Simbolo di realtà spirituali e morali, ogni loro dettaglio era significativo ed importante. Salvo quanto le Scritture prescrivono per il Battesimo e per la Cena del Signore (le nostre uniche ordinanze rituali), come cristiani non siamo più tenuti ad eseguire quelle antiche cerimonie. Quando però leggiamo a loro riguardo, esse continuano a trasmetterci un messaggio importante da inquadrarsi nell'ambito della nostra vita in Cristo. La festa della Pasqua, con tutti i suoi rituali, celebrava la loro liberazione dalla schiavitù d'Egitto e quindi dal peccato e dalle sue conseguenze. In quell'occasione, il sangue di un agnello sacrificato, con il quale segnavano le loro case, rappresentava il fatto che il giudizio di Dio non li avrebbe più colpiti: un altro, infatti, l'aveva subito per loro. Noi sappiamo che quell'altro è Cristo Gesù che si sacrifica per noi sulla croce. Nel contempo, gli ebrei dovevano mangiare pane non lievitato, anzi, liberarsi del tutto da ogni traccia di lievito (simbolo del potere corruttore del peccato). Come anche poco lievito, infatti, fa fermentare la pasta, così anche ciò che è peccato (per quanto “poco”) potrebbe pregiudicare la marcia verso la libertà. Che cos'è che rovinava “la marcia”dei cristiani di Corinto verso la pienezza delle benedizioni di Dio per loro? Che cos'è che potrebbe rovinare la nostra marcia? Possono essere persone che diffondono un messaggio ingannevole e difforme da quello apostolico, ma anche quelle che la Scrittura chiama “opere della carne”, opere sulle quali dobbiamo vigilare e che devono essere ad ogni costo represse in noi, altrimenti rovineranno e pregiudicheranno le benedizioni che abbiamo in Cristo. Un elenco di “guastafeste” potrebbe essere, per esempio, in questa lista: “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio” (Galati 5:19-21).

 

Preghiera. Signore, ogni giorno voglio esaminare me stesso per eliminare in ogni mio pensiero, parole ed opere, tutto ciò che possa rovinare il godimento delle Tue benedizioni. Aiutami, te ne prego. Nel nome di Cristo. Amen.

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