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Il nostro dovere e basta

Page history last edited by PBworks 15 years, 9 months ago

12 Luglio

IL NOSTRO DOVERE  E BASTA

"«Se uno di voi ha un servo che ara o bada alle pecore, gli dirà forse, quando quello torna a casa dai campi: "Vieni subito a metterti a tavola"? Non gli dirà invece: "Preparami la cena, rimbòccati le vesti e servimi finché io abbia mangiato e bevuto, poi mangerai e berrai tu"? Si ritiene forse obbligato verso quel servo perché ha fatto quello che gli era stato comandato? Così, anche voi, quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: "Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare"» (Luca 17:7-10).

Al servizio di Cristo, non ci sono momenti in cui possiamo dire di aver "staccato la spina", di aver terminato "il lavoro della giornata", non pensarci più e tornare a casa ad occuparci delle nostre faccende e permetterci di dire: "Che nessuno ora mi disturbi, non ci sono per nessuno". No, come cristiani siamo "in servizio permanente", sempre a disposizione! Un lavoro da schiavi? Beh, in un certo qual senso sì, anche se nel Nuovo Testamento il termine 'schiavo' o 'servo' non ha connotazioni negative. Il termine originale è δοῦλος
(doulos), servo, da δέω (deo), essere legato, da cui δεῖ (dei), "è necessario". Gli apostoli si definiscono "servi di Dio". Per il cristiano, servire Dio, Gesù Cristo, la Sua causa, è un onore ed una gioia. "Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me" (1 Timoteo 1:12).

Servire Dio, però, non è cosa che renda Dio debitore verso di noi. Non è un piacere che gli facciamo, né cosa per la quale possiamo pretendere di essere compensati. Certo, «L'operaio è degno del suo salario» (1 Timoteo 5:8), ma non è cosa che possiamo pretendere da Dio. Egli certamente è buono e giusto e benedice generosamente i Suoi, provvedendo loro. Egli ci compiace di retribuire i Suoi servitori, ma non è cosa per la quale Gli possiamo dire: "Ehi tu, dammi quel che mi devi!", perché Egli è Dio e non deve nulla a nessuno! Quando Lo serviamo, abbiamo fatto solo il nostro dovere! Se qualcuno, leggendo questo, ne rimane scandalizzato ed offeso, beh, non ha ancora compreso chi è Dio e chi è lui stesso.

L'espressione "δοῦλοι ἀχρεῖοί" (douloi achreioi), tradotta con "servi inutili" non va intesa nel senso che si applicherebbe alle persone di questo mondo lontane da Dio e che per Lui non Gli sono d'alcuna utilità, quelli che la Scrittura definisce: "sviati, tutti quanti si sono corrotti. Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno" (Romani 3:12), oppure come quei servi pigri e negligenti che non fanno ciò che il Signore comanda loro ["...quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori" (Matteo 25:30)]. Né questo va inteso come se essi non fossero d'alcuna utilità per la società, perché possono essere molto utili. Essi sono "servi inutili" per Dio, per la cui sola grazia e forza essi sono quel che sono e fanno. Essi non possono dare nulla a Dio che già non sia Suo e che non possa fare senza di loro. Dio non deve loro nulla, non ha alcun obbligo verso di loro ed essi non possono accampare dei meriti. Egli non è in obbligo nemmeno di dire loro grazie, e tanto meno di concedere loro vita eterna. Qualche versione lascia fuori "inutili" ed afferma: "siamo solo servitori (così la TILC). Altri traducono: "servi senza valore", "semplicemente servi", "servi ordinari", "servi disutili".

È un fatto. Siamo sempre di Cristo, sempre al Suo servizio, sempre tenuti a chiedergli che cosa Egli vuole che noi facciamo. In questo non c'è ingiustizia o durezza, perché Egli conosce come siamo fatti, comprende che la macchina complessa della vita ha bisogno di raffreddarsi, riposare e rinfrescarsi. Rammentiamoci di come Gesù esortasse i Suoi, di tanto in tanto, ad allontanarsi dalla gente e riposare con Lui. Egli sa che abbiamo bisogno di riposo e di cambiamento, ma terrà sempre queste ore di relax sotto il Suo diretto comando, perché comportano pericoli per la salute dell'anima. Dio ha sempre completa giurisdizione e disponibilità su di noi.

È quando abbiamo compiuto l'opera che il Maestro ci ha chiesto di fare che qualche volta ci dice: "Siete stati così presi con il mio lavoro che mi avete trascurato. Avete fatto molto e bene, ma avete trascurato Me, avete trascurato di essere con me in comunione tramite la preghiera e la meditazione, avete trascurato il culto, di esprimermi il vostro amore e la vostra riconoscenza. Sì, il Signore Gesù vuole il nostro amore più che l'attivismo, il nostro tempo ed energie.

Quando abbiamo fatto tutto ciò che Cristo ci ha chiesto, non abbiamo nulla di cui compiacerci. Le nostre opere non ci hanno meritato la salvezza o necessariamente le Sue benedizioni. Abbiamo fatto solo il nostro dovere. Che gran cosa quando siamo completamente consacrati a Lui, perché servire Lui è libertà perfetta dall'invidia, dall'insoddisfazione per ciò che abbiamo, dalla gelosia per altri, dall'orgoglio. L'unica cosa stupefacente è che Egli ci prenda come partner nella Sua opera!

"Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Io infatti vi ho dato l'esempio, affinché come ho fatto io facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: Il servo non è più grande del suo padrone, né il messaggero più grande di colui che l'ha mandato" (Giovanni 13:13-16).

PREGHIERA

Signore, ci apprestiamo a recarci al nostro lavoro quotidiano. Aiutarci a prenderne piacere. Mostraci chiaramente quale sia il nostro dovere. Dacci la forza per compierlo, pazienza per sopportarlo tramite un autentico amore per Te. Fa' si che anche i compiti più sgradevoli brillino alla luce del Tuo grande amore. Amen.


 

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