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Il Credo apostolico

Page history last edited by Paolo E. Castellina 10 years, 9 months ago

Il Credo più antico

Il Credo apostolico è il Credo più antico e sta alla base della maggior parte degli altri. Sebbene lo affermi un'antica leggenda, non è opera diretta degli Apostoli di Cristo. Esso, tuttavia, affonda le sue radici nel tempo degli Apostoli ed incorpora fedelmente l'insegnamento apostolico. Le sue affermazioni stanno alla base della fede della chiesa antica. L'uso più antico del termine "Regola della fede" (Regula fidei) ora riferito alle Sacre Scritture, faceva riferimento a questo Credo. Era al Credo che la Chiesa, in tutti i suoi rami, faceva appello per definire il contenuto della sua fede, e così esso costituiva il test della cattolicità (universalità). Era poggiandosi su questo Credo che la chiesa poteva chiamarsi "cattolica ed apostolica". Questo Credo è stato ripetutamente attaccato nel corso della storia da correnti eterodosse che volevano affermare la validità delle proprie particolari tesi, come pure ciascuno dei suoi articoli sono messi spesso in questione dal "pensiero critico" moderno. E' molto importante, quindi, considerare le fondamenta su sui poggiano questi articoli di fede.

 

La forma del Credo

 

In primo luogo, che cos'è il Credo? Bisogna prima di tutto rilevare che la forma ricevuta corrente del Credo non è quella più antica o originale. Il Credo esisteva in due forme: una più breve ed una più lunga. La prima, conosciuta come "Forma romana antica", risale molto probabilmente alla metà del II secolo (circa il 140 AD); la seconda, quella più estesa, l'attuale, di data più tarda. La forma finale del Credo, la si riscontra nel sud della Gallia non prima della metà del V secolo (in una o due proposizioni, al VII secolo). Esaminiamole a confronto. la Forma romana antica ci è stata trasmessa in greco da Marcello di Ancyra nel 341 AD.

 

 

Forma romana antica  Forma ricevuta 

 Io credo in Dio, Padre onnipotente,
e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale nacque dallo Spirito Santo e da Maria Vergine,
crocifisso sotto Ponzio Pilato, fu sepolto;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra del Padre:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
E nello Spirito Santo,
la santa Chiesa,
la remissione dei peccati,
la risurrezione del corpo,
(la vita eterna).  

 

| Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra
e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna. Amen 

L'ultima proposizione della Forma antica è omessa nella forma latina preservata da Rufino nel 390 AD.

 

Origine del Credo

La leggenda dice che il Credo abbia avuto la sua origine sotto dettatura dei Dodici apostoli, ciascuno contribuendovi con un articolo. Si dice, così che Pietro, sotto ispirazione dello Spirito Santo, avesse cominciato col dire: "Io credo in Dio Padre onnipotente"; Andrea (o, secondo altri, Giovanni) aveva continuato: "E in Gesù Cristo, Suo unico Figlio nostro Signore"; poi Giacomo e tutti gli altri. Questa leggenda non è più antica del V o del VI secolo ed è da considerarsi assurda.

 

Una confessione battesimale

La vera origine del Credo è stata ora tracciata con grande esattezza. Il suo germe originale deve essere cercato nella confessione battesimale fatta dai convertiti nel rito di accoglienza. La forma primitiva può aver contenuto non più che: "Io credo che Gesù è il Figlio di Dio", ma abbiamo evidenze nello stesso Nuovo Testamento che ben presto essa sia stata estesa. Paolo parla di "quella forma d'insegnamento che vi è stata trasmessa" (Romani 6:17) e rammenta a Timoteo: "quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni" (1 Timoteo 6:12). Un simile linguaggio è usato della confessione di Cristo di fronte a Pilato (1 Timoteo 6:13). Possiamo ipotizzare dalle epistole chela confessione di Timoteo contenesse un riferimento a Dio come autore della vita. a Gesù Cristo e della Sua discendenza da Davide, la Sua testimonianza di fronte a Pilato, la Sua risurrezione dai morti, il Suo ritorno come Giudice dei vivi e dei morti (1 Timoteo 6:13: 2 Timoteo 2:8; 4:1). Scrittori cristiani antichi come Ignazio (110 AD) ed Aristide l'apologeta (circa 125 AD) mostrano tracce delle altre proposizioni.

 

Una regola della fede

Il fatto è certo che prima della metà del II secolo, la confessione battesimale si sua cristallizzata in una forma più o memo uniforme in tutte le più grandi chiese. Oltre alla Forma romana antica, abbiamo resoconti del suo contenuto in Ireneo, Tertulliano, Novaziano, Origene ecc.; ed essi mostrano sostanziale unità con una certa libertà d'espressione. La sua forma nella Chiesa romana diventa però gradualmente il tipo più riconosciuto. Dopo la metà del secolo, la confessione sorge a nuova importanza come risultato delle controversie gnostiche ed assume maggiormente il carattere di Credo formale. Giunge così ad essere conosciuta come la "Regola della fede" o "Regola della verità" e viene usata per verificare la licenza di interprete della Scrittura degli speculatori eretici. Il Credo era sorto indipendentemente dalla Scrittura nella sua forma primitiva dell'insegnamento e della predicazione apostolica, da cui il suo valore come testimonianza della fede comune. Non è stata però mai usato in sostituzione delle Scritture, ma per corroborare le Scritture e verificare la correttezza delle affermazioni fondamentali della fede cristiana.

 

Storia del Credo

 

Il Credo romano

La Forma romana antica del Credo era, come dicevamo, certamente in uso per la metà del II secolo a Roma e forse anche considerevolmente prima. La conserviamo sia nella sua forma greca che latina (quella greca è forse l'originale). La forma latina è proposta da Rufino nel 390 AD circa, il quale la confronta con il Credo della sua chiesa di Aquileia, chiesa molto antica. Lo troviamo in Inghilterra al tempo della conquista normamma (VIII o IX secolo).

 

Il Credo ricevuto

La Forma ricevuta del Credo ha una storia più oscura. Le proposizioni aggiuntive subentrano in tempi diversi, sebbene in sé stesse siano molto antiche. L'aggiunta al primo articolo: "Creatore del cielo e della terra" appare per la prima volta in Gallia nel 650 AD circa, sebbene forme simili appaiano in credi più antichi. Un'altra aggiunta: "Scese agli inferi" la troviamo con Rufino come parte del Credo di Aquileia. Quasi la stessa conformazione del Credo la troviamo al tempo di Fausto di Reiz, nel 460 AD circa. Di là si diffonde e raggiunge l'Irlanda probabilmente prima della vine del VII secolo. Appare in Inghilterra un secolo più tardi nel 850 circa e dall'inizio del X secolo si sostituisce largamente alla forma più antica. Lo stesso si applica ad altri paesi, cosicché la forma gallicana è ora quella più di uso comune. Se ne possono notare due cambiamenti significativi. In Inghilterra, i Riformatori sostituiscono a "la risurrezione della carne" le parole "la risurrezione del corpo", ed in Germania i luterani sostituiscono il termine "cattolica" con "cristiana" in "la santa chiesa cristiana".

 

Struttura trinitaria del Credo

Il Credo apostolico non ha carattere teologico o metafisico. Non è solo il più antico, ma il credo più semplice e meno sviluppato. E' una semplice enumerazione, per ordine, delle grandi verità che la chiesa cristiana ha ricevuto fin dalla sue origini e che pure le Scritture insegnano. Originando dalla confessione battesimale, segue naturalmente l'ordine trinitario suggerito dalla formula consueta del Battesimo. Il primo articolo dichiara la fede in Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra. Il secondo dei sette articoli dichiara la fede in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, e nei grandi fatti che l'Evangelo comprende e che testimoniano di Lui. L'ottavo articolo afferma la fede nello Spirito Santo, al quale vengono aggiunte le proposizioni che dichiarano la fede nella santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, il perdono dei peccati, la risurrezione della carne (corpo) e la vita eterna.

 

Controversie moderne

Le affermazioni del Credo sono a tutt'oggi messe ripetutamente in questione dal moderno pensiero critico che suppone, in varia maniera, di tracciarne lo sviluppo storico, soprattutto sulla figura di Cristo, come elaborazione di mitologie influenzate da concezioni pagane, facendo una distinzione fra un supposto "Gesù della storia" ed il (mitologizzato) "Gesù della fede". Un tipico esempio di questo lo si ritrova in Adolf von Harnack (1851-1930), teologo e storico tedesco a Berlino. Le sue originali obiezioni al Credo possono essere considerate rappresentative anche dell'attuale neo-liberalismo. Sostanzialmente criticano il Credo da due punti di vista (1) Esse negano che in ogni rispetto il Credo rappresenti la vera dottrina apostolica, persino nell'articolo che insegna la concezione verginale di Cristo; (2) Esse negano che il significato che oggi diamo a molte delle proposizioni del Credo corrispondano al suo significato originale, cioè sostengono che queste parole avessero allora un significato diverso.

Simili obiezioni partono dal punto di vista di chi sostanzialmente respinge la maggior parte di ciò che viene considerato essenziale per la fede cristiana. Nelle loro posizioni non c'è la concezione ortodossa dell'incarnazione, della divinità di Cristo, nessun autentico miracolo, nessuna autentica risurrezione corporale. Si tratta quindi non solo di una negazione del Credo, ma pure della negazione revisionista dell'insegnamento del Nuovo Testamento. Harnack, per esempio, contesta che "Padre" e "Figlio" nel primo e secondo articolo abbiano una valenza trinitaria ma si riferiscano solo, il primo al rapporto di Dio con il creato e il secondo all'apparizione storica del Cristo. Tutto questo, però, non può essere conciliato col chiaro insegnamento del Nuovo Testamento dove il concetto di Trinità, benché non espresso formalmente è ampiamente implicato. Per contestare la negazione della concezione verginale di Cristo considerata non come parte della tradizione cristiana antica, si può fare appello solo ai dati presentati dai vangeli, affermando poi che solo gli Ebioniti ed alcune sétte gnostiche l'abbiano anticamente contestata.

 

 

 

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