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In rappresentanza di Dio

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 10 months ago

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In rappresentanza di Dio

 

1 Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sostene, 2 alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati santi, con tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore loro e nostro: 3 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo” (1 Corinzi 1:1-3).

 

La prima lettera dell'apostolo Paolo ai cristiani di Corinto, quella che oggi cominciamo ad esaminare, inizia secondo lo schema classico: mittente, destinatari e saluti, seguito da espressioni d'apprezzamento nei loro riguardi. Il fatto che l'Apostolo rispetti forma e buone maniere, è già di per sé stesso per noi una lezione importante da apprendere.

 

Nel presentarsi, Paolo mette giustamente in rilievo le sue credenziali (egli non è “un Pinco Pallino qualunque”). Per volontà di Dio, egli è stato costituito apostolo, cioè accreditato rappresentante e inviato del Signore Gesù Cristo. A lui egli associa come mittente di questa lettera Sostene, fratello in fede e collaboratore. Gli scritti dell'apostolo Paolo che Dio, nella Sua provvidenza, ha voluto fossero preservati e diventassero parte delle Sacre Scritture, rimangono per noi autorevoli e vanno intesi come Parola di Dio. Correttamente interpretati, essi devono essere, per ogni cristiano, come le altre parti della Bibbia, regola della nostra fede e della nostra condotta.

 

L'Apostolo, poi, riconosce nei suoi destinatari che essi sono a Corinto l'espressione del popolo di Dio in quella città, suo autentico “avamposto”. Essi sono “chiesa”, cioè locale assemblea degli eletti di Dio. È un concetto evidenziato ulteriormente dalle espressioni: “santificati in Cristo Gesù” e “chiamati santi”. Non hanno necessariamente connotazione di “eccellenza morale” (come oggi si comprende il concetto di “santità”), ma indicano il fatto che essi siano stati scelti da Dio tramite l'annuncio dell'Evangelo di Gesù Cristo, “messi a parte”, per appartenergli in modo speciale come Suo popolo e rappresentanti, e quindi, implicitamente, per riflettere le virtù e l'eccellenza morale di Dio.

 

Questa lettera è inviata non solo a loro ma a tutti coloro che in ogni luogo invocano Gesù Cristo come loro Signore e Salvatore, affinché si mettano a confronto con gli argomenti in essa trattati. Anche noi, essendo stati accolti a far parte del popolo di Dio attraverso il ravvedimento e la fede in Gesù Cristo ed avendone ricevuto il Battesimo come suggello, rappresentiamo Dio nel luogo dove Egli ci ha posti ed abbiamo la responsabilità di riflettere il carattere morale e spirituale di Cristo assolvendo ai compiti che Egli ci affida.

 

Il saluto “grazia e pace” non è una semplice formalità, ma un sincero desiderio a che essi valorizzino e ricevano sempre meglio le benedizioni dei doni meravigliosi che Dio ci fa attraverso la Persona e l'opera di Gesù Cristo.

 

Quali risultati ha prodotto in noi la grazia e la pace di Dio e come ritrasmettiamo queste benedizioni?

 

Preghiera. Ti ringrazio, o Signore, che mi hai accolto a far parte del Tuo popolo. Apprezzando sempre meglio la grazia e la pace che mi hai concesso, desidero col Tuo aiuto essere sempre meglio vivente testimonianza delle Tue virtù in ubbidienza alla Tua santa Parola. Amen.

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