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La persistenza della vita

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30 Maggio

LA PERSISTENZA DELLA VITA


"Che poi i morti risuscitino, lo dichiarò anche Mosè nel passo del «pruno», quando chiama il Signore, Dio di Abraamo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Ora, egli non è Dio di morti, ma di vivi; perché per lui tutti vivono»" (Luca 20:37-38).

Che cos'è la morte? Non è una condizione, ma una transizione; non una dimora, ma un passaggio; non una casa; ma una porta. La Scrittura fa riferimento a Cristo come "il primogenito dei morti" (Apocalisse 1;5) indicando la morte come una nascita. Essa è un esodo. Pietro fa riferimento alla morte come uno smontare la tenda e procedere: "So che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come il Signore nostro Gesù Cristo mi ha fatto sapere" (2 Pietro 1:14). È un "levare l'ancora", e partire da questo porto "verso nuovi lidi". Ciascuna di queste metafore accentua il fatto che la morte non è che un atto momentaneo. In un momento assentiamo dal corpo e nel momento successivo siamo presenti con il Signore. "....siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore" (2 Corinzi 5:8). I cristiani, coloro che con fiduci affidano a Cristo il loro presente ed il loro futuro, non possono avere timore della morte, perché Egli è "il vivente" che impartisce la vita, che è e che sarà Signore della vita.Il Dio che noi adoriamo non è il Dio dei morti, ma dei viventi.

Una personalità persistente. Da quell'altra parte certamente ci riconosceremo e avremo fra di noi una comunione molto più stretta dei momenti più felici passati sulla terra con coloro che amiamo o con quelli con i quali collaboravamo nel ministero cristiano. Abraamo sarà ancora Abraamo; Isacco, Isacco; e Giacobbe, Giacobbe. Non effimeri fantasmi, ma personalità viventi eteree e trasfigurate. Mosè ed Elia erano stati riconosciuti come tali dagli stupefatti discepoli di Gesù che li vedon sul monte della Trasfigurazione. Anche Maria riconosced il Signore risorto nell'orto dei sepolcri. Che guadagno avrebbe mai promesso Gesù sulla croce al ladrone morente che egli sarebbe stato con Lui in Paradiso, se, giuntovi, non avrebbe poi riconosciuto il Signore?

Un amore persistente. L'amore non fallisce mai! Come potrebbe esistere, peò, senza un oggetto d'amare? E come potrebbe mai dimenticare? Perché Gesù promette "Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo?" (Giovanni 14:2) se non si trattasse di un'abitazione? Egli sa che il cuore si attacca, anche nella luce della Risurrezione, ai cari oggetti de suo amore, altrimenti non avrebbe menzionato il nome di Pietro, né avrebbe mandato un messaggio ai Suoi discepoli, né sarebbe venuto una seconda volta per Tommaso! Ignorerebbe poi Egli tutti quei profondi sentimenti d'amore per noi che l'avevano spinto a dare la Sua vita in croce per noi? Quant'è profonda l'assicurazione che ci dà quando dice: "Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo?" (Giovanni 14:2). Charles Kingsley, novellista inglese (1819-1875), aveva voluto che sulla sua tomba fossero scritte le parole: "Amavimus, Amamus, Amabimus" (abbiamo amato, amiamo e continueremo ad amare). Chi potrebbe sfidare la verità e la coerenza di queste parole nella prospettiva cristiana?
 
Attività persistente. "I suoi servitori Lo seviranno!". I compiti che con fatica le nostre mani d'apprendista qui svolgono, saranno pienamente realizzati e con gioia e con pienezza anche quel giorno saremo attivi in compiti che nemmeno riusciamo ora ad immaginare. "Non ci sarà più nulla di maledetto. Nella città vi sarà il trono di Dio e dell'Agnello; i suoi servi lo serviranno" (Apocalisse 22:3).

PREGHIERA

Ti prego, o Signore, di liberarmi dalla paura della morte, e quando i mie occhi si saranno aperti nell'alba dei cieli, che io Ti possa vedere ad accogliermi ed io ricevere il Tuo "Ben fatto". Amen.

 

Greco

 

"...ὅτι δὲ ἐγείρονται οἱ νεκροὶ, καὶ Μωϋσῆς ἐμήνυσεν ἐπὶ τῆς βάτου, ὡς λέγει Κύριον τὸν Θεὸν ᾿Αβραὰμ καὶ τὸν Θεὸν ᾿Ισαὰκ καὶ τὸν Θεὸν ᾿Ιακώβ" (Luca 20:37).

 

ἐγείρω (egeirō) - svegliarsi ed alzarsi dal letto, alzarsi in piedi, sorgere, risorgere.

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