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La persona prima di tutto

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 8 months ago

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La persona prima di tutto

 

7 Ma non in tutti è la conoscenza; anzi, alcuni, abituati finora all'idolo, mangiano di quella carne come se fosse una cosa sacrificata a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. 8 Ora non è un cibo che ci farà graditi a Dio; se non mangiamo, non abbiamo nulla di meno; e se mangiamo non abbiamo nulla di più. 9 Ma badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli. 10 Perché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, seduto a tavola in un tempio dedicato agli idoli, la sua coscienza, se egli è debole, non sarà tentata di mangiar carni sacrificate agli idoli? 11 Così, per la tua conoscenza, è danneggiato il debole, il fratello per il quale Cristo è morto. 12 Ora, peccando in tal modo contro i fratelli, ferendo la loro coscienza che è debole, voi peccate contro Cristo. 13 Perciò, se un cibo scandalizza mio fratello, non mangerò mai più carne, per non scandalizzare mio fratello” (1 Corinzi 8:7-13).

 

Conoscere la verità è un'esperienza liberante. Non siamo più manipolabili, soggezione psicologica, paure e superstizioni svaniscono quando si accoglie con fiducia la Persona e l'insegnamento di Cristo. Gesù disse: "Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8:31-32).

Per alcuni questa liberazione è istantanea, per altri è più graduale. Rimangono per un certo tempo incerti e titubanti e, indubbiamente contraddittori. Ad esempio: “Capisco che l'idolo è nulla, ma ...se gli rifiuto il culto potrebbe maledirmi, castigarmi!”. La stessa incertezza può esservi per chi, riformando la sua fede sulla base dell'insegnamento delle Scritture, si allontana dalle credenze del Cattolicesimo romano o da quelle della setta a cui apparteneva temendone le minacce, le ritorsioni, la vendetta.... “...e se dopo tutto avessero ragione?”. Non dobbiamo spazientirci, così, per coloro che hanno una fede ancora incerta e debole. Dobbiamo, anzi, non stancarci di rassicurarli sempre di nuovo della verità delle promesse di Dio in Gesù Cristo, radicarli nella fede che il Nuovo Testamento ci trasmette, pregare per loro affinché trovino pace e sicurezza incrollabile senza anticipare i tempi.

 

Ognuno cammina con un passo diverso: chi più veloce chi più lento. Non si può forzare il passo di chi non ce la fa.... Con la nostra impazienza potremmo danneggiare il nostro fratello o sorella in fede, ferire la sua coscienza non ancora formata o del tutto riformata. Estrema cura ed attenzione, quindi per colei o colui “per il quale Cristo è morto”. Non possiamo, forti della nostra “conoscenza”, andare avanti “come rulli compressori” senza tenere conto della sensibilità dei deboli. Questo sarebbe, da parte nostra un peccato contro Cristo stesso. Questo è spesso il peccato dei “riformatori radicali”, zelanti per la verità ma in modo sconsiderato. La pazienza, la pedagogia, la gradualità non sono un affronto verso la verità, ma significa servirla in modo saggio e certamente più efficace. Si tratta del principio: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato” (Marco 2:27). La verità è importante, ma Cristo considerava in primo luogo l'individuo che doveva riceverla per il quale Egli aveva amore, pazienza e tolleranza. Sono libero, ma sono pronto a rinunciare volontariamente ad un po' della mia libertà se mio

fratello ne è scandalizzato? L'amore deve essere in me la prima cosa.

 

Preghiera. Dammi saggezza, o Signore, nell'annunciare e vivere la verità e, soprattutto, fa' sì che io ami come Cristo. Amen.


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