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Le implicazioni della Cena del Signore

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 8 months ago

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Le implicazioni della Cena del Signore

 

20 “Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore; 21 poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l'altro è ubriaco. 22 Non avete forse le vostre case per mangiare e bere? O disprezzate voi la chiesa di Dio e umiliate quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo” (1 Corinzi 11:20-22).

 

In occasione della celebrazione della Cena del Signore, era un'usanza diffusa nelle comunità cristiane antiche organizzare un pasto in comune, detto agape o “festa dell'amore”. Lo stesso avveniva fra gli ebrei in occasione della celebrazione della Pasqua. Anche presso i pagani, i loro riti e sacrifici erano occasione di festini ai quali partecipava l'intera popolazione locale. L'idea, quindi, non era nuova. Proprio per questo, però, questa pratica era soggetta ad abusi che disonoravano la Cena del Signore e ne pregiudicavano il significato di fondo. La Cena del Signore è celebrazione della comunione dei credenti con Cristo e fra di loro. Ad imitazione di Cristo che dona tutto Sé stesso per la salvezza del Suo popolo, la chiesa di Gerusalemme aveva messo in comune i loro beni affinché nessuno mancasse del necessario (Atti 2:44ss). I benestanti condividevano la loro abbondanza con i membri poveri della comunità. Non era una regola obbligatoria, ma il minimo che i benestanti dovevano e potevano fare in occasione del pasto comune era quello di portare in comunità del buon cibo in abbondanza per condividerlo con gli altri dando la possibilità ai più poveri, che non potevano permetterselo, di goderne con gli altri. Quale migliore espressione vi poteva essere dell'amore cristiano rappresentato nella Cena del Signore! Questo, però, a Corinto in gran parte non avveniva. Vi era chi mangiava a casa prima di venire al pasto comune... portandovi poco o nulla, o chi si accaparrava quanto veniva messo assieme lasciando, mangiandone in modo sconsiderato e lasciando altri a bocca asciutta, oppure, addirittura, chi, durante il pasto in comunità si ubriacava! Pare che pure avvenisse che quelli di classi sociali più elevate se ne stavano insieme da una parte ignorando quelli delle classi più umili. Si trattava di comportamenti indegni e incompatibili con la Cena del Signore, e l'apostolo li denuncia come cosa assolutamente vergognosa. Egoismo, comportamenti licenziosi, classismo... che cosa avevano capito questi della fede cristiana? Non comprendevano che la loro conversione a Cristo implicava una radicale revisione del loro modo di vivere? Una fede cristiana che non trasformi radicalmente la nostra mentalità e comportamenti nello spirito del Cristo, è del tutto inconsistente e falsa, non riguarda solo la nostra anima.... Celebrare, poi, la Cena del Signore non poteva essere un semplice rito. Un pezzetto di pane, un sorso di vino in commemorazione del sacrificio di Cristo non poteva essere un atto individuale, una “questione privata” fra il credente e Dio, ma doveva avere una dimensione sociale e comportare precise conseguenze sul piano sociale. La celebrazione della Cena del Signore oggi, in molte chiese è diventato un rito vissuto in modo spesso completamente alienante rispetto al suo significato biblico. Spesso la comunità cristiana non si rende nemmeno conto delle sue implicazioni pratiche. In che modo pratico la mia comunione con Cristo incide sul modo in cui io mi rapporto con gli altri?

 

Preghiera. Scuoti la nostra compiacente superficialità, liberaci dal comodo ritualismo. Aprici gli occhi sulle responsabilità che abbiamo l'uno verso l'altro. Amen.

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