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Ma chi me lo fa fare

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 9 months ago

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Ma chi me lo fa fare?

4 “Non abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere? 5 Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? 6 O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare? 7 Chi mai fa il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi pascola un gregge e non si ciba del latte del gregge? 8 Dico forse queste cose da un punto di vista umano? Non le dice anche la legge? 9 Difatti, nella legge di Mosè è scritto: «Non mettere la museruola al bue che trebbia il grano». Forse che Dio si dà pensiero dei buoi? 10 O non dice così proprio per noi? Certo, per noi fu scritto così; perché chi ara deve arare con speranza e chi trebbia il grano deve trebbiarlo con la speranza di averne la sua parte. 11 Se abbiamo seminato per voi i beni spirituali, è forse gran cosa se mietiamo i vostri beni materiali? 12 Se altri hanno questo diritto su di voi, non lo abbiamo noi molto di più? Ma non abbiamo fatto uso di questo diritto; anzi sopportiamo ogni cosa, per non creare alcun ostacolo al vangelo di Cristo. 13 Non sapete che quelli che fanno il servizio sacro mangiano ciò che è offerto nel tempio? E che coloro che attendono all'altare, hanno parte all'altare? 14 Similmente, il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo” (1 Corinzi 9:4-13).

 

Nelle circostanze in cui si trova, per non essere ulteriormente (anche se ingiustamente) criticato e favorire in ogni modo l'avanzamento dell'Evangelo, l'Apostolo rinuncia al suo diritto di essere sostenuto finanziariamente. In qualche modo sopravviverà. Cercherà di provvedere diversamente, pazienza! Dio non abbandona chi Lo onora e Lo serve. Chi annuncia l'Evangelo a pieno tempo dovrà però vivere solo di compassionevoli elemosine? Dovrà cercarsi un lavoro temporaneo malpagato? No, il principio però è chiaro: “Il Signore ha ordinato che coloro che annunciano il vangelo vivano del vangelo”. Qui egli lo dimostra ampiamente. È volontà di Dio che coloro che sono stati messi a parte dalle attività secolari comuni per prendersi tempo sufficiente per studiare, pregare, predicare l'Evangelo, insegnare la dottrina cristiana, fare cura pastorale ecc. ricevano, per questo loro servizio da parte dei credenti un compenso adeguato. Se c'è di mezzo il denaro, si può essere certi che vi saranno discussioni, polemiche, critiche, contestazioni, accuse, gelosie ...e pretese, come se il ministro di Dio dovesse svolgere la sua opera gratuitamente. “...che Dio provveda poi per lui o qualche altro credente o missione! Il ministro di Dio deve essere sempre a mia disposizione quando ne ho bisogno. Io ho diritto ad una predicazione e ad un insegnamento di qualità, ad essere intrattenuto al culto. Lui deve condurre i miei battesimi, matrimoni e funerali, deve occuparsi dell'istruzione religiosa dei miei figli, deve farmi visita, prendersi cura di me e riverirmi. Che faccia lui al mio posto i servizi per i quali io non ho né tempo, né competenza né voglia di farli. Io sono qui per ricevere, lui per dare. Come dovrà vivere però? A me non interessa, che si arrangi! Che usi gli spiccioli che metto nella cassetta la domenica quando vado al culto”. Sì, vi è chi ragiona in questo modo. Non solo, ma questi stessi sono sempre pronti a criticare il ministro di Dio per come predica, per la sua casa, la sua automobile, la sua famiglia, il modo in cui “la chiesa” amministra il (poco) denaro che ha. Allora il ministro di Dio si chiederà: “Ma chi me lo fa fare?”. Il Signore, sì certo, e continuerà la sua opera, nonostante l'ottusa irresponsabilità di tanti.

 

Preghiera. Dammi, o Signore, di essere un credente responsabile che apprezza e sostiene chi si occupa di me. Amen.


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