| 
  • If you are citizen of an European Union member nation, you may not use this service unless you are at least 16 years old.

  • You already know Dokkio is an AI-powered assistant to organize & manage your digital files & messages. Very soon, Dokkio will support Outlook as well as One Drive. Check it out today!

View
 

Nella prospettiva della responsabilità

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 8 months ago

27

 

Nella prospettiva della responsabilità

 

12 “Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa mi è lecita, ma io non mi lascerò dominare da nulla. 13 Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Dio distruggerà queste e quello. Il corpo però non è per la fornicazione, ma è per il Signore, e il Signore è per il corpo; 14 Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza” (1 Corinzi 6:12-14).

 

Lo stile di vita comune nella Corinto di quel tempo, secondo gli standard della legge di Dio, poteva considerarsi “molto liberale”, in altre parole, totalmente immorale e corrotto. Il confine fra libertà e libertinaggio era quanto mai esile. Non sorprende, quindi, che coloro che, in quel contesto, erano diventati cristiani, facessero fatica a riformare i loro costumi ed a considerare illecito ciò che era comunemente accettato come “normale”, non solo in campo sessuale. Corruzione, violenza, uso senza scrupolo del potere, menzogna, disonestà... erano all'ordine del giorno.

 

L'idea poi che “lo spirito” non avesse a che fare con “il corpo” e che “le persone spirituali” potessero concedersi molte licenze per quanto riguarda “la vita nella carne”, tanto “non è rilevante” perché quel mondo era destinato comunque a scomparire, cozzava contro la concezione biblica del mondo. In essa, infatti, “carne” e “spirito” sono un inscindibile unità e non c'è “salvezza dell'anima” senza “salvezza del corpo”, nessuna contrapposizione fra “spiritualità” e vita in questo mondo, che doveva essere conseguente alla prima.

 

È vero: la prospettiva di Cristo dà al credente molta più libertà di quanto ammettano le religioni legaliste e moraliste, ma essa non è da confondere con il liberalismo del paganesimo, dal quale pure si deve distanziare. Come cristiani molte cose ci sono lecite, ma vanno considerate nella prospettiva della responsabilità, che esamina attentamente “l'utilità” effettiva di tanti comportamenti. Il cristiano, infatti, si deve sempre chiedere: quel che scelgo di fare è utile alla salute del corpo e dell'anima (mia e degli altri), dà gloria a Dio? Non ci sono regole, ad esempio, sul mangiare e sul bere, ma è utile e “più intelligente” la moderazione. Posso far uso, mettiamo, di bevande alcooliche, ma “non me ne lascerò dominare” sviluppando una insana e distruttiva dipendenza (che rovina me stesso, la mia utilità per il Signore, il mio rapporto con gli altri, la mia testimonianza, ecc. Possiamo concederci una certa “tolleranza” con l'uso del corpo, ma dobbiamo tenere conto che anche il nostro corpo appartiene a Dio. Esso deve dare gloria a Dio, onorarlo, servire la Sua causa. Non possiamo disonorare il nostro corpo con comportamenti sessuali o di altro tipo, discutibili e malsani che ne pregiudicano la funzionalità, lo rovinano. È vero, alla risurrezione Iddio ci fornirà di un nuovo corpo di “fattura” molto superiore, ma questo non deve essere una scusa per trattare male il corpo che ora abbiamo, tanto... Saremo noi a risorgere, rimarremo noi stessi. Quel che “seminiamo” quaggiù con il nostro corpo si rifletterà su quel che saremo in futuro. Certo, Iddio, nella Sua misericordia, “riparerà i nostri guasti”, ma non è certo espressione di rispetto verso ciò che appartiene a Dio non avere del nostro corpo, insieme allo spirito, la massima cura possibile, al fine di compiacere Dio in ogni cosa.

 

Preghiera. Signore, Tu mi chiami alla responsabilità. Che io Ti onori sempre in ogni cosa. Amen.

Comments (0)

You don't have permission to comment on this page.