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Ordine e disciplina nella chiesa

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 3 months ago

2 Corinzi 2:5-11 - Ordine e disciplina nella chiesa


"5 Or se qualcuno è stato causa di tristezza, egli ha rattristato non tanto me quanto, in qualche misura, per non esagerare, tutti voi. 6 Basta a quel tale la punizione inflittagli dalla maggioranza; 7 quindi ora, al contrario, dovreste piuttosto perdonarlo e confortarlo, perché non abbia a rimanere oppresso da troppa tristezza. 8 Perciò vi esorto a confermargli il vostro amore; 9 poiché anche per questo vi ho scritto: per vedere alla prova se siete ubbidienti in ogni cosa. 10 A chi voi perdonate qualcosa, perdono anch'io; perché anch'io quello che ho perdonato, se ho perdonato qualcosa, l'ho fatto per amor vostro, davanti a Cristo, 11 affinché non siamo raggirati da Satana; infatti non ignoriamo le sue macchinazioni" (2 Corinzi 2:5-11).

 

La lettera severa che Paolo aveva inviato alla comunità cristiana di Corinto era stata cosa necessaria ma dolorosa, sia per chi l'aveva inviata (l'Apostolo) che per chi l'aveva ricevuta. Non più dolorosa, però che i danni che erano stati fatti alla comunità da "quel tale". Grazie a Dio, però, in seguito alla lettera di Paolo, questi era stato sottoposto ad azioni disciplinari ("la punizione" v. 8). Sembra che i Corinzi in ogni cosa non potessero esimersi dall'esagerare. Quando, infatti, la prima volta Paolo denunzia gli abusi che vi si commettevano, i Corinzi lo ignorano e non fanno nulla per rimediare. Quando però, su insistenza di Paolo, finalmente essi si danno da fare, essi considerano le sanzioni disciplinari una sorta di retribuzione vendicativa. No, le sanzioni disciplinari devono essere finalizzate al ricupero del trasgressore, non al suo annientamento.

 

Il discorso di Paolo può sembrarci contorto: egli, però, vuole mettere in evidenza come, nella chiesa cristiana, siamo tutti legati l'uno all'altro e, se un membro del corpo soffre, tutti ne soffrono. Se il comportamento di uno o più cristiani è tale da rattristare, tutta la chiesa ne sarà condizionata negativamente in maggiore o minore misura. Allo stesso modo anche le sanzioni disciplinari, per quanto necessarie, si rilevano dolorose per tutti: "se qualcuno è stato causa di tristezza, egli ha rattristato (...) tutti voi" (5). La cosa, inoltre, è stata causa di divisione nella comunità. La sanzione disciplinare è stata approvata dalla maggioranza (6), ma evidentemente c'era una minoranza che non ne era stata d'accordo.

 

Quali potevano essere state queste "sanzioni disciplinari"? Le versioni italiane parlano di punizione, castigo, riprensione. Poteva essere un severo ammonimento formale e pubblico, la sospensione dei suoi privilegi di membro di chiesa o anche l'allontanamento /esclusione dalla comunità. Non doveva però essere tale da far sì che il trasgressore fosse "oppresso da troppa tristezza" o meglio, che "non soccomba sotto un dolore troppo forte" (CEI).

 

L'esercizio responsabile della disciplina comunitaria non era cosa facile da insegnare neanche per l'apostolo Paolo, soprattutto per una comunità come quella di Corinto. E' responsabilità della comunità cristiana mantenere al suo interno ordine e disciplina (2 Corinzi 2:6; "punire ogni disubbidienza" 10:6), allontanare dalla comunità chi contravviene in modo persistente ai criteri morali della condotta cristiana (1 Corinzi 5:2; 10-13), ma anche a reintegrare chi se ne ravvede (2 Corinzi 2:7-8). Se Paolo aveva dovuto prima esortare la comunità all'azione, ora erano andati all'estremo opposto. Il consiglio di Paolo al riguardo è triplice: (a) la punizione inflitta dalla maggioranza è sufficiente; (b) ora che il colpevole si è ravveduto, la comunità lo deve perdonare e confortare (7) perché il trasgressore deve essere incoraggiato a fare ciò che è bene; (3) la comunità deve riconfermargli il suo amore, rassicurarlo che una volta risolta la questione, essa può essere dimenticata e non rimane alcun risentimento. Non vi può essere dunque né perdono senza disciplina, né disciplina senza perdono. L'azione disciplinare deve essere pedagogica, redentrice e non strettamente punitiva (7:10).

 

Non amministrare la disciplina correttamente, infine, può essere pericoloso per la stessa comunità, perché Satana potrebbe profittarne (avvantaggiarsi) ed utilizzare la cosa per danneggiarla e distruggerla irreparabilmente (11). Il cristiano deve essere consapevole, cosciente (avere intelligenza) dell'intelligenza malvagia di Satana, che è sempre pronto a far del male, anzi, per farlo "le studia tutte". La storia lo ha dimostrato: una chiesa senza disciplina ed una chiesa con eccessiva disciplina sono ugualmente un male. Una chiesa che tollera tutto ed una chiesa che vorrebbe controllare strettamente il comportamento e persino il pensiero dei suoi membri, è una chiesa alienata e strumentalizzata da Satana per i suoi scopi. Per questo Paolo, "davanti a Cristo" dà per primo l'esempio di disponibilità a perdonare. Questo ci rammenta Gesù che disse nel Padre nostro: "perdonaci i nostri peccati, perché  anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore"(Luca 11:4). Tutta questa esperienza deve essere occasione per i Corinzi di crescita spirituale: "poiché anche per questo vi ho scritto: per vedere alla prova se siete ubbidienti in ogni cosa"

(9), cioè ubbidienti a Cristo, che parla attraverso il ministero dell'apostolo Paolo. La cosa, grazie a Dio, è ben recepita dai Corinzi: "Infatti, ecco quanta premura ha prodotto in voi questa vostra tristezza secondo Dio, anzi, quante scuse, quanto sdegno, quanto timore, quanto desiderio, quanto zelo, quale punizione! In ogni maniera avete dimostrato di essere puri in questo affare" (2 Corinzi 7:11). Di fronte a quella che spesso oggi è la superficialità dell'essere chiesa che serve i nostri comodi soltanto, come reagiremmo di fronte alla serietà dell'Apostolo Paolo per quanto riguarda la questione della disciplina?

 

Preghiera. Ti chiedo perdono, o Signore, perché spesso prendo troppo poco seriamente la fede cristiana e la vita nella comunità cristiana, la quale deve essere sottoposta ad ordine e disciplina. Rendici altresì coscienti di quando in questo noi potremmo esagerare e, soprattutto, dacci intelligenza rispetto alle macchinazioni di Satana, sempre pronto a danneggiarci. Amen.

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