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Parole condite di grazia

Page history last edited by Paolo E. Castellina 15 years, 7 months ago

22 Settembre

 

Parole condite di grazia

 

"Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra dal dire il falso" (1 Pietro 3:10).

 

"Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno" (Colossesi 4:6).

 

Esiste un modo di parlare, un modo d'esprimersi, che possa essere considerato cristiano? Sì, quello indicato dall'Apostolo Paolo nella lettera ai Colossesi: "Il vostro parlare sia sempre con grazia". Per grazia egli intende che le nostre parole devono sempre fare del bene a chi le ascolta, essere cortesi, costruttive, concilianti, benevoli, misericordiose, gradevoli. In un altro testo, l'Apostolo scrive: "Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l'ascolta" (Efesini 4:29). Esse devono presumere la buona fede dell'altro.

 

Esprimerci in questo modo è di grande aiuto quando si è di fronte ad invidia, gelosia, ostilità, cattiveria, arroganza, perché spiazza e confonde chi si aspetterebbe da parte nostra una reazione offesa o ugualmente aggressiva. E' parlare come avrebbe parlato Cristo. Se sei geloso di un altro, la tentazione è quella di dire parole scortesi o sprezzanti, ma se viviamo come chi è, come dev'essere, colmo di Spirito Santo, Egli ci metterà in grado di sostituire quel che verrebbe naturale alla nostra natura umana corrotta, parole di amorevole considerazione. Dobbiamo sforzarci di dire tutto il bene possibile e mai il male. Allora ci accorgeremo, con nostra stessa sorpresa, che quando ci sforziamo di parlare con gentilezza anche a coloro contro i quali ci sentiamo esasperati, l'intera nostra disposizione d'animo cambia ed assume il tono stesso della nostra voce.

 

Il sale era anticamente un agente antisettico per preservare il cibo dal decadimento e dalla corruzione. Così il nostro parlare dovrebbe sempre essere puro e preservare rapporti umani altrettanto puri e di qualità, non corrotti da alcunché possa guastare e creare malanimo, amarezza e contesa. Il nostro parlare dev'essere pieno della sapienza che traspare, per esempio, dal libro biblico dei Proverbi. Espressioni scherzose o pungenti non sono necessariamente contrarie al modello prescritto dall'Apostolo, ma ogni qual volta conversiamo con la gente, dovremmo valutare il possibile effetto delle nostre parole scegliendo quelle più appropriate e in linea con il carattere di Cristo. Egli stesso sapeva quando era opportuno anche provocare oppure tacere. In ogni caso Gesù  non indulge nel pettegolezzo o nella diffamazione, e nemmeno avrebbe usato un linguaggio rozzo e sporco.

 

Dobbiamo pregare affinché Dio, lo Spirito Santo, vegli sul nostro modo di parlare affinché noi diciamo solo quel che Gli è gradito e rispecchi la bellezza e la gloria del nostro Salvatore. A volte ci troviamo in situazioni di particolare pressione in cui non sappiamo come sia meglio esprimerci e che cosa dire. Lo Spirito Santo può e vuole, secondo le Sue promesse, venirci in soccorso in tali situazioni: "...perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento stesso quello che dovrete dire" (Luca 12:12); "...ma glorificate il Cristo come Signore nei vostri cuori. Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni"  (1 Pietro 3:15).

 

Durante il processo al quale Gesù viene sottoposto, benché incalzato da domande, spesso rimane in silenzio e non risponde. Aveva ritenuto in fatto che qualsiasi parola sarebbe stata, in quel caso, inutile. Quando però raggiunge la croce, Egli esprime in preghiera parole di grazia e dice: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" (Luca 23:34). Dovremmo parlare più a Dio che con coloro che ci disprezzano e che ci vogliono male.

 

Dio vuole stare di guardia davanti alle nostre labbra, forse perché non c'è parte della nostra natura che abbia bisogno di vigilanza che quella. "SIGNORE, poni una guardia davanti alla mia bocca, sorveglia l'uscio delle mie labbra" (Salmo 141:3).

 

PREGHIERA

 

Ti ringraziamo, o Signore, che Tu vivi in noi attraverso il Tuo santo Spirito. Che le nostre labbra possano, allora, esprimere vangeli di disponibilità amorevole e benedire. Vogliamo deporre, abbandonare definitavamte tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia ed ogni parola oscena. Amen.

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