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Quanto possediamo

Page history last edited by Paolo E. Castellina 15 years, 6 months ago

 

11 Ottobre

 

QUANTO POSSEDIAMO

"State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita" (Luca 12:15).

 

"Figlioli, guardatevi dagl'idoli" (1 Giovanni 5:21).
 
 "Or uno della folla gli disse: 'Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità'" (Luca 12:13). Si può dire che questa richiesta da allora sia stata pure rivolta costantemente a Gesù. Non è forse vero che spesso ci lamentiamo con Dio perché non riceviamo dagli altri quanto pensiamo ci sia dovuto e Lo interpelliamo affinché "faccia giustizia"? Il Signore, però, non è venuto per mettere a posto i rapporti umani attraverso l'esercizio del Suo potere autocratico. Egli si occupa piuttosto di guarire quella avarizia di fondo che spinge sia il ricco a tenere per sé stesso, sia la scontentezza che spinge il povero a mormorare. Egli vede in questa richiesta la tendenza alla stessa avidità che sospinge l'altro fratello a tenere per sé una porzione dell'eredità che non gli compete.
 
Gesù annuncia la verità molto più vasta che la vita non consiste in ciò che possediamo, ma in ciò che siamo. Noi siamo ricchi non in proporzione all'ammontare di denaro che abbiamo in banca, non ai metri quadrati di casa che possediamo, ma alla purezza, forza e generosità della nostra natura. Quando semplicemente accumuliamo dei tesori per noi stessi, diventiamo poveri nell'universo di Dio. L'unico modo per venire alle prese con l'avarizia, che fa del denaro e delle proprietà un idolo, è considerare ciò che possediamo solo come doni che ci sono stati affidati per il beneficio degli altri. Mortifichiamo lo spirito dell'avidità. che è così forte in noi tutti, seminando nel campo della nostra vita com'è indicato in 2 Corinzi 9:1-15.
 
Per molti l'appetito sensuale è un idolo: "...il loro dio è il ventre e la loro gloria è in ciò che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra" (Filippesi 3:19). Mangiare e bere, il divertimento ed i piaceri sono idoli davanti ai quali si prostrano. Ogni qual volta un qualche bene terreno monopolizza l'attenzione della nostra anima ed intercetta l'amore e la fede che dovrebbero trasmettersi da noi a Dio, si tratta di un idolo che dobbiamo abbattere. Quando però rialziamo il viso da ciò che possediamo per rivolgerlo a Dio e Lo ringraziamo come Datore, allora possiamo usarne e goderne senza paura. Non è probabile che noi si trasformi in idolo ciò che riceviamo direttamente dalla mano del nostro Padre celeste, il cui beneplacito è quello di dare buoni doni ai Suoi figli. "Infatti tutto quel che Dio ha creato è buono; e nulla è da respingere, se usato con rendimento di grazie; perché è santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera" (1 Timoteo 4:4-5). 
 
PREGHIERA

O Signore, eredità nostra, dacci la grazia, Te ne preghiamo, di non pretendere nulla da Te, ma ciò che in Te possiamo godere, daccelo secondo la Tua volontà, e ciò che non possiamo avere, negacelo. Amen.

 

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