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Realtà distinte ma contigue

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 7 months ago

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Realtà distinte ma contigue

 

42 “Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; 43 è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; 44 è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale. 45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l'ultimo Adamo è spirito vivificante. 46 Però, ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. 47 Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. 48 Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. 49 E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste” (1 Corinzi 15:42-49).

 

Come se non volesse più lasciare alcun dubbio sulla questione, qui l'Apostolo riprende ed amplifica l'analogia che aveva fatto poco prima sul seme che, deposto nella terra, si dissolve, non per scomparire, ma per far sorgere una nuova pianta. Così è, dice, per la condizione attuale del nostro corpo: corruttibile, ignobile, debole, naturale. Per grazia di Dio, però, chi si affida a Cristo viene reso partecipe della Sua potenza rigeneratrice ed un giorno risorgerà in una nuova condizione: incorruttibile, gloriosa, potente. Sarà la condizione di un corpo qui definito “spirituale” e “celeste”, contrapposto all'attuale, detto “corpo naturale” o “terrestre”. Oggi, Paolo afferma, portiamo le sembianze, “l'immagine”, del “primo Adamo”, un giorno saremo “della stessa fattura” del Cristo risorto, avremo un “corpo celestiale”. La terminologia che usiamo per descrivere la realtà della nuova creazione è sempre inadeguata. Come potrebbe un linguaggio legato alle realtà ed alle esperienze dell'oggi, descrivere adeguatamente il domani, ciò che ci è ancora sconosciuto? È come se un bambino ancora nel ventre di sua madre, volesse descrivere quale sarà la sua vita una volta venuto alla luce. Lo farebbe solo sulla base di impressioni e suoni che sì sono eco del nuovo, ma che sarebbero ancora molto imprecise. Il nuovo della risurrezione, allo stesso modo, ci è intimato, suggerito, testimoniato dagli Apostoli, ma come esprimerlo in modo adeguato? Al riguardo, Giovanni scrive: “Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è” (1 Giovanni 3:2). È l'esperienza del Cristo risorto che avevano fatto i primi Suoi discepoli. Gesù risorto non era un fantasma. Poteva essere veduto e toccato, era riconoscibile e ci si poteva rapportare con Lui. Poteva persino nutrirsi, ma era comparso loro “a porte chiuse”. Come aveva fatto ad entrare in quella sala? Oggi solo la fantascienza potrebbe tentare di rappresentare simili realtà, ma sappiamo che, anche se si chiama “fantascienza”, spesso essa ha prefigurato ciò che poi di fatto è avvenuto, dimostrandosi molto meno “fantasia” di ciò che poteva sembrare. Tommaso non aveva creduto alla realtà del Cristo risorto. Voleva “toccare”, accertarsi bene che non fossero solo allucinazioni. Il Cristo glielo concede: “Poi disse a Tommaso: 'Porgi qua il dito e vedi le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente'. Tommaso gli rispose: 'Signor mio e Dio mio!' Gesù gli disse: 'Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!"' (Giovanni 20:27-29).

 

Preghiera. Signore Iddio, mi affido di tutto cuore alla meravigliosa nuova creazione alla quale, per grazia Tua, io un giorno parteciperò. Che io ne semini i semi nel presente della mia realtà. Amen.

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