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Scuola di preghiera: Lezione 1

Page history last edited by Paolo E. Castellina 15 years, 11 months ago

 2 Maggio

SCUOLA DI PREGHIERA: LEZIONE 1

"Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: "Padre nostro..." (Luca 11:2).

I cieli sono: "la casa del Padre". È pure casa nostra da quando Dio ci ha adottato come Suoi figlioli in Cristo. Quaggiù siamo diventati "stranieri e pellegrini" e siamo sulla via di casa. È un concetto affascinante. "Casa" attira il marinaio, l'esploratore, il figlio prodigo dai confini stessi del mondo. Dio ha impresso in ogni creatura umana la cara memoria di ciò che è "casa", tanto che possiamo indovinare ciò che ci attende ed essere pieni di nostalgia. "Beati coloro che hanno nostalgia di casa, perché la raggiungeranno"!

Il fascino dei cieli sarà la manifesta presenza di Dio, nostro Padre. Ogni dubbio ed incomprensione sarà dissipato. Conosceremo e vedremo come siamo noi stessi stati visti e riconosciuti. La lettera di Giuda si chiude dicendo che un giorno compariremo: "davanti alla sua gloria irreprensibili e con grande gioia" (24). Sarà il nostro Salvatore ad introdurci alla manifesta presenza del Padre.

Non dobbiamo, però, attendere quel giorno. Se conosciamo il nostro Salvatore Gesù Cristo, conosciamo il Padre. "Gesù gli disse: «Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: "Mostraci il Padre?" (Giovanni 14:9). Rattristava Gesù il fatto che per lungo tempo i Suoi discepoli Lo avevano accompagnato ed ancora non si erano resi conto della santità e della bellezza che emanava da Lui erano i raggi del carattere del Padre. Avere Gesù è avere il Padre. Conoscere Gesù è conoscere il Padre. Pregare Lui è pregare Dio, perché Egli è Dio manifestato nella carne. Egli non è semplicemente un'incarnazione di Dio nel senso, per esempio, di come l'immaginava la mitologia greca, di una divinità chesi nascondeva per un tempo sotto sembianze umane, per poi smetterle. Dio era in Cristo, riconciliando a Sé il mondo.

Vi dev'essere grande rispetto nella preghiera. Dio è nei cieli e noi siamo sulla terra. Non dobbiamo affrettarci a pregare "senza trante cerimonie" come se fosse una stanza comune e fin troppo familiare, dove cerimonie e rispetto possono essere accantonate. Vi deve essere il rammentarci costantemente che nella preghiera siamo nella "sala del trono" alla presenza stessa del Creatore, Preservatore e Sovrano dell'universo. Ci puliamo le scarpe e ci togliamo il cappello quando entriamo in casa di un amico. Non dimentichiamoci delle buone maniere nelle frasi d'apertura della preghiera. Gli angeli si velano il volto e gridano: "Santo"!

Quando preghiamo, però, vi deve essere fede, fiducia. Il Padre di Gesù ci attende. Egli è asceso al Padre Suo e nostro. Noi preghiamo Colui che ci ama nel Suo amato Figlio con un amore eterno, e stende il Suo scettro verso di noi in segno di favore chiamandoci ad accostarci a Lui. "Come il re vide la regina Ester in piedi nel cortile, ella si guadagnò il suo favore. Così il re stese verso Ester lo scettro d'oro che teneva in mano, e Ester si avvicinò e toccò la punta dello scettro" (Ester 5:2).

PREGHIERA

Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, chiamato a diventare Tuo figliolo e conservato in questa notte. Non c'è limite alla Tua potenza od al Tuo amore! Tu sei degno di ogni lode e gloria! Tu sei degno di essere amato! Accetta l'omaggio della mia vita! Ti offro le azioni della giornata, fa che siano tutte secondo la tua santa volontà per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.

 

Dal Catechismo maggiore di Westminster.

D. 189. Che cosa ci insegna la prefazione del Padre Nostro?

R. La prefazione del Padre Nostro (contenuta nelle parole: Padre nostro che sei nei cieli) ci insegna, quando preghiamo, ad accostarci a Dio con fiducia nella Sua bontà paterna che vuole beneficarci; con rispetto e con ogni altra disposizione che si addica a dei figli; sentimenti rivolti al cielo e debita comprensione del Suo potere sovrano, maestà e disponibilità alla grazia. Essa ci insegna pure a pregare con gli altri e per gli altri.

 

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