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Tre capisaldi inamovibili

13 “Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore” (1 Corinzi 13:13).

I cristiani di Corinto mettevano molto in rilievo, vantandosene ed abusandone, i doni soprannaturali che avevano ricevuto. I doni principali e permanenti sui quali essi dovevano piuttosto concentrare la loro attenzione, dovevano essere ciò che lo Spirito Santo comunica al momento della conversione, cioè: fede, speranza ed amore, i doni fondamentali (chiamati anche virtù teologali) che accomunano ogni autentico cristiano. Essi devono saper distinguere fra ciò che è temporaneo e ciò che è permanente, ciò che è secondario da ciò che è primario. Essi non sono prodotto dell'iniziativa e delle risorse umane che vacillano e vengono meno e sulle quali non si può contare molto.

La fede. Non si tratta della fede effimera del miracolismo o dell'intellettualismo, ma di quella che è peculiare degli eletti di Dio, quella che è frutto ed effetto dell'elezione della grazia e che proprio per questo permane. Non è la “fede” di coloro che credono fintanto che da Dio ne traggono qualche vantaggio o profitto e che abbandonano quando ritengono di esserne stati delusi. Non è la fede effimera di coloro che la ripongono in chiese o nell'uomo. Questa fede è dono di Dio, potente opera Sua, quella che rientra nella categoria di doni irrevocabili [“i carismi e la vocazione di Dio sono irrevocabili” (Romani 11:29)]. È la grazia per la quale un'anima vede Cristo, va a Lui, Lo abbraccia, Lo riceve, confida in Lui e vive per Lui e con Lui. È la fede che giammai sarà delusa.

La speranza. Anche la speranza è dono della grazia di Dio, innestata nel credente tramite la rigenerazione. È speranza in Dio e nel Suo Cristo, non nelle effimere risorse umane. È la speranza viva della quale l'Apostolo dice: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morte” (1 Pietro 1:3). È la speranza di chi si affida alle promesse di Cristo suggellate nella Sua risurrezione: “...siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che ... saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro” (1 Giovanni 3:2-3). Per questo è detto: “Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse” (Ebrei 10:23).

L'amore. È l'amore di Dio manifestato in Gesù Cristo e che è stato suggellato con il Suo sangue in un patto di grazia, quello che non verrà mai meno e che niente e nessuno potrà pregiudicare. È l'amore rappresentato nel Cantico dei Cantici: “Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio; perché l'amore è forte come la morte, la gelosia è dura come il soggiorno dei morti. I suoi ardori sono ardori di fuoco, fiamma potente” (8:6). È l'amore che Cristo insegna ai Suoi, senza pari in questo mondo, ispirato e potenziato dal Suo Santo Spirito del quale è detto: “Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5:5). Non è l'amore effimero e transitorio dei sentimenti umani, ma l'amore impegnato che resiste anche nelle circostanze più avverse.

Preghiera. Signore, la Tua fede, la Tua speranza, il Tuo amore sono la roccia inamovibile sulla quale fondo la mia vita, le mie certezze incrollabili e, con il Tuo aiuto, il mio impegno. Amen.