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Un salmo di gratitudine

Page history last edited by Paolo E. Castellina 15 years, 11 months ago

15 maggio

UN SALMO DI GRATITUDINE

"Benedici, anima mia, l'Eterno e non dimenticare alcuno dei suoi benefici" (Salmo 103:2).

Il salmista qui parla alla propria anima, si rivolge ad essa direttamente ed è come se cercasse di risvegliarla dal suo sonno o letargo. Tutt'attorno ci sono uomini e donne che armoniosamente cantano elevando le loro lodi e ringraziamenti al Signore. Che essa si svegli finalmente e canti assieme a loro in modo intonato e altrettanto gioioso. Dimentichiamo le afflizioni del passato e non lamentiamocene più. Non coltiviamo neppure sollecitudini ansiose per il futuro. Spesso, infatti, così facendo, dimentichiamo i rari benefici del momento presente perché supponiamo che davanti a noi vi sia qualcosa di più e assolutamente soddisfacente. Ci sarà, ma è qui ed ora che Dio perdona, guarisce, redime, corona, soddisfa ed esegue atti di giustizia. Viviamo nel presente! Viviamo in Dio, che è sempre lo stesso, ieri, oggi ed in eterno. Questo è sufficiente. La memoria di quanto Dio ha fatto per il Suo popolo nel passato, lontano e recente, è un incentivo per la fede. Quel che Dio era, oggi lo è ancora. Egli è una fonte che trabocca di amore compassionevole, dalla quale si effonde misericordia e perdono.

Vi sono quattro confronti e contrasti nei versetti 10-18 di questo Salmo. Come il cielo ... come l'oriente... come un padre ...come per l'uomo... Gli antichi pensavano che il cielo fosse un soffitto solido di colore azzurro. Che immensità di nuovi significati vi è nelle parole: "Quanto sono alti i cieli al di sopra della terra...". Al di sopra di noi le distanze sono enormi, ma ancora più grande è la misericordia di Dio. Per l'antico orientale, occidente ed oriente erano due punti nei quali il sole sorge sulla superficie della terra per poi declinare, tirando le tende per il riposo della notte. Per noi i telescopi rivelano le distanze inconcepibili fra le stelle, ma più grande ancora è la distanza alla quale Dio ha rimosso le nostre trasgressioni. È commovente la tenerezza di un padre verso i suoi figlioli, deboli ed indifesi. Quanto deboli e indifesi noi siamo, nonostante ci vantiamo di tante cose. "Perché egli conosce la nostra natura e si ricorda che siamo polvere" (Salmo 103:14). Eppure Dio si è fatto uomo in Cristo ed è venuto a soccorrerci con compassione che va ben oltre a quella di quanto mai un padre di questo mondo potrebbe avere.

Questo contrasto era pure nella mente di Gesù quando, un giorno, guardando dei fiori ai Suoi piedi, aveva detto: "Ora se Dio riveste in questa maniera l'erba dei campi, che oggi è e domani è gettata nel forno, quanto più vestirà voi o uomini di poca fede?" (Matteo 6:30). Generazioni di fiori nascono e muoiono nelle distese dei prati, fiori così fragili, così belli, così transitori. Le generazioni umane non sono tanto più permanenti di esse. Eppure la misericordia del Signore è da eterno in eterno.

La voce del Salmista, così, riecheggia fino a noi: "Benedici, anima mia, l'Eterno". È come il direttore di un grande coro preparato a riprodurre anche le variazioni più minute di una straordinaria melodia e a valorizzare la voce anche di un singolo e piccolo corista. Dio non mancherà di udire anche la vostra voce se vi unirete di tutto cuore a questo coro seguendo la direzione abile del suo direttore. Cantiamo questo salmo secondo questa versione.

PREGHIERA

Signore nostro, sempre impegnato a dare a noi, indegni Tuoi figli, i doni migliori, accetta la gratitudine per la quale spesso ci mancano le parole per esprimerla in modo adeguato. Che noi si possa prendere coscienza della grandezza di ciò che già Tu ci doni e ce ne rallegriamo. Amen.

 

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