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Un salmo penitenziale

Page history last edited by Paolo E. Castellina 15 years, 11 months ago

16 maggio

UN SALMO PENITENZIALE


"Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti. Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi" (Salmo 51:3-4). [Salmo 51 cantato].


"...poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23).


Questo salmo è come una scala consumata dai piedi di miriadi di persone che, consapevoli dei loro peccati, salgono a Dio per implorare il Suo perdono. Questa pagina è altresì bagnata dalle lacrime delle persone più sante del popolo di Dio attraverso i secoli, che pure erano consapevoli dei loro peccati. Il famoso S. Agostino aveva scritto queste parole sul muro della stanzetta dove dimorava, ad Ippona, affinché costantemente le potesse far proprie. Per molti cristiani queste parole sono  più preziose alla fine della vita che al  suo inizio.

Notate il modo in cui questo salmo definisce il peccato. È una macchia o dello sporco su un bel foglio bianco. Per questo dice: "Purificami dal mio peccati" (2). O se solo Dio volesse cancellare gli scarabocchi e le macchie della nostra tarda età e facesse ritornare la fresca bellezza della nostra gioventù! È una macchia sulla bianca tunica dell'anima. Per questo dice: "
Lavami completamente dalla mia iniquità". C'è solo un modo per entrare nella santa Città: "Costoro ...  hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello" (Apocalisse 7:14). È come lebbra, per questo si leva il grido: "Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve" (7). È significativo, quindi, per voi e per me, quando Gesù stende la Sua mano e, toccando il lebbroso, dice: "Sii puriticato" ["Allora egli, distesa la mano, lo toccò dicendo: «Sì, lo voglio, sii mondato». E subito la lebbra lo lasciò" (Luca 45:13)].

Notate la condizione per il perdono. È la confessione: "Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti" (3). Le trasgressioni devono essere riconosciute. Dobbamo renderci conto che il peccato non è solo qualcosa che si commette contro gli altri, ma contro Dio, al quale l'essere umano appartiene, ed è un affronto inqualificabile ogni peccato che sia commesso contro di Lui: "Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi" (4). La nostra confessione, quindi, non deve essere superficiale, ma profonda, qualcosa che si fonda su un'accurata ricerca in noi stessi di ciò che a Dio dispiace. Dobbiamo risalire alle origini del nostro peccato, alla nostra connessione con una razza peccatrice e poi interiormente perché si tratta di una pianta dalle radici profonde e torte.

Notate l'anelito alla purezza ed alla giustizi. Dio deve prima creare in noi un cuore moralmente e spiritualmente pulito, perché in noi non ci sono materiali che potrebbero essere plasmati, lavorati con successo. Efesini 4:24: "...e per essere rivestiti dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità" ci dice che per questo è stato ampiamente provveduto. Il salmista dice: "Rendimi la gioia della tua salvezza, e sostienimi con uno spirito volenteroso" (12). Aneliamo ad avere uno spirito "volenteroso", determinato, che non deflette. Che trasformazione questa! È stata però operata in innumerevevoli persone: "Or tali eravate già alcuni di voi; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio" (1 Corinzi 6:11).

PREGHIERA

Padre celeste! Perdonaci i nostri innumerevoli peccati e fallimenti. Purificaci da ogni iniquità per amore di Gesù Cristo, nostro Signore. Che noi possiamo odiare il peccato come fai Tu. Possa la Tua grazia penetrare nel profondo del nostro cuore, purificando le sorgenti dei pensieri e delle azioni. Amen.

 

Greco

 

"πάντες γὰρ ἥμαρτον καὶ ὑστεροῦνται τῆς δόξης τοῦ Θεοῦ" (Romani 3:23).

"Ἐλέησόν με, ὁ θεός, κατὰ τὸ μέγα ἔλεός σου καὶ κατὰ τὸ πλῆθος τῶν οἰκτιρμῶν σου ἐξάλειψον τὸ ἀνό μημά μου·

 ἐπὶ πλεῖον πλῦνόν με ἀπὸ τῆς ἀνομίας μου καὶ ἀπὸ τῆς ἁμαρτίας μου καθάρισόν με" (Salmo 51:3-4 LXX).

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