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Un ministero qualificato

Page history last edited by Paolo E. Castellina 14 years, 1 month ago

2 Corinzi 3:4-6 - Un ministero qualificato


 

4 "Una simile fiducia noi l'abbiamo per mezzo di Cristo presso Dio. 5 Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi; ma la nostra capacità viene da Dio. 6 Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica" (2 Corinzi 3:4-6).

 

E' fin troppo facile rimanere impressionati da una lista di credenziali e perdere di vista il fatto che ciò che sta nel cuore di una persona e non l'apparenza (5:12) è quello che l'accredita. L'Apostolo, così, fornisce ai cristiani di Corinto un criterio oggettivo rispetto al quale valutare la sua competenza come ministro dell'Evangelo.

 

Paolo è consapevole del fatto che questa sua dignità di apostolo, la sua competenza, le sue capacità, non sono qualcosa che egli abbia raggiunto tramite sforzi mirati, non sono meriti guadagnati, non proviene dalla popolarità conseguita, dal plauso della gente. Non vanta il riconoscimento di una qualche famosa accademia: è qualcosa che gli proviene direttamente da Dio.

 

Temendo, però, che questo sia malinteso come un'inaccettabile sua presunzione, qui egli precisa da dove provenga questa sua persuasione, questa sua fiducia. La base della sua fiducia è che essa gli proviene "per mezzo di Cristo", cioè da Cristo e "verso Dio" (4). Paolo forse sta pensando all'esperienza avuta sulla via di Damasco, dove Cristo l'aveva personalmente chiamato (Atti 9:15-19; 26:12-18). Indubbiamente il mandato che vi aveva ricevuto non dipendeva dalla sua dignità o dalle sue capacità. Egli, infatti, ammette: "Io sono il minimo degli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio" (1 Corinzi 15:9), anzi, egli si considera: "il primo dei peccatori" (1 Timoteo 1:15).

 

Egli, poi, non deve le sue capacità a sé stesso, esse non solo accreditabili a sé stesso: "la nostra capacità viene da Dio" (5), non c'è nulla in noi, infatti, per il quale possa vantare di saper fare l'opera alla quale Dio lo chiama. Nella nostra società le capacità di una persona vengono valutate dalla misura in cui è in grado di "sbrigarsela" con un dato compito. La competenza nel ministero cristiano, però, non deriva da noi stessi, ma da Dio che "ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto" (6).

 

Il versetto 6 serve anche come opportuna transizione verso un nuovo argomento, cioè la superiorità del Nuovo Patto rispetto all'Antico. Nel Nuovo Patto, infatti, si vede la preminenza dell'opera dello Spirito di Dio, mentre nell'Antico tutto era legato alla lettera di una legge imposta e da osservare diligentemente. Il concetto di Nuovo Patto proviene da Geremia 31:31-34

 

"Ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE, in cui io farò un nuovo patto con la  casa d'Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d'Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro signore», dice il SIGNORE; «ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele, dopo quei giorni», dice il SIGNORE: «io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: 'Conoscete il SIGNORE!', poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande», dice il SIGNORE. «Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato»".

 

Un patto è un accordo contratto fra due parti. Può essere un accordo bilaterale fra uguali o una disposizione unilaterale dove i termini del patto vengono stabiliti da una parte sola, superiore. I patti di Dio con il Suo popolo rientrano in quest'ultima categoria. Il termine "nuovo" denota ciò che è qualitativamente migliore rispetto a quello esistente. Il carattere dell'antico patto è l'essere legato alla "lettera che uccide". Il nuovo patto, d'altro canto è caratterizzato dallo "Spirito che vivifica". "Lettera" e "Spirito" descrivono la qualità o natura dei loro rispettivi patti. Il Nuovo Patto è migliore perché non si tratta qualcosa di esteriore come una legge scritta in un libro, ma di interiore come una legge scritta nel cuore delle persone. Un patto caratterizzato dalla "lettera" di fatto "uccide" perché esige senza dare l'effettiva capacità di mettere in pratica. Un patto caratterizzato dallo "Spirito", però, impartisce vita perché opera nell'intimo dei credenti per produrre una trasformazione di natura. L'Apostolo descrive questa trasformazione di natura quando scrive:  "...a rivestire l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità"

(Efesini 4:24).

 

Preghiera. Signore, che il mio unico punto di riferimento sia il Cristo, Dio stesso. Egli mi chiama, Egli mi porta al ravvedimento e mi dona la fede, Egli mi elargisce talenti da investire per il regno di Dio e la mia responsabilità è soprattutto verso di Lui. Che io serva il mio prossimo e la chiesa, ma che mai io permetta che sia l'uomo a dettare ciò che sono e devo fare. In Cristo. Amen.

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