7 Febbraio

VISIONE E PROPOSITO

"Non che io abbia già ottenuto il premio, o sia già arrivato al compimento, ma proseguo per poter afferrare il premio, poiché anch'io sono stato afferrato da Gesù Cristo. Fratelli, non ritengo di avere già ottenuto il premio, ma faccio una cosa: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, proseguo il corso verso la mèta, verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù" (Filippesi 3:12-14).

Quando l'Apostolo Paolo improvvisamente è portato alla presenza dell'Eterno, l'intero corso della sua vita cambia. In quella grande luce che gli era sfolgorata attorno, egli vede il Salvatore esaltato ed apprende che egli stava opponendo resistenza ai propositi della grazia redentrice. È così che quella visione altera tutti i suoi propositi ed azioni. Da allora, egli dimentica “le cose che stanno dietro” e si protende “verso le cose che stanno davanti”. Paolo era stato “afferrato da Cristo”. Ora l'unica sua ambizione è quella di edificare la sua vita secondo il modello mostratogli.

Anni dopo, quando passa in rassegna la sua vita e le sue opere, le chiese che aveva fondato, le città che aveva evangelizzato, le epistole che aveva scritto, poteva avere l'entità di come di fatto fosse stato “afferrato” da Cristo. Era salito molto in alto davvero, ma non era ancora giunto alla meta: c'erano ancora altezze che andavano oltre a quello che aveva realizzato. Non è forse questo anche il caso di ogni cristiano, quando confronta la visione dei propositi di Dio con quanto già ha realizzato, grazie a Lui? Egli chiede a Dio di poter fare ancora meglio, di potere realizzare quegli ideali ai quali era stato chiamato anni prima. È l'atteggiamento dell'apprendista rispetto al maestro: sta imparando, ma si rende conto di essere ancora lontano da quel modello, e talvolta dispera di poterci arrivare. Dio, però, accetta e perdona gli errori, come quando la mamma insegna alla figlia a far di maglia, e quest'ultima, avendo fatto degli errori, deve disfare parte del suo lavoro per rifarlo meglio secondo il modello. Quante volte, infatti, l'opera che abbiamo compiuto per il Signore deve essere corretta, se non del tutto rifatta da capo, e il Signore, con grande pazienza, ci perdona e ci incoraggia a fare meglio? "Non che io abbia già ottenuto il premio, o sia già arrivato al compimento, ma proseguo per poter afferrare il premio”.

Che cosa dobbiamo fare per raggiungere il nostro ideale? Dobbiamo passare spesso molto più tempo nel “santuario” in comunione con Cristo, alla cui immagine dobbiamo conformarci. Con il Salmista dobbiamo dire: “Chi ho io in cielo fuor di te? E sulla terra io non desidero altri che te” (Salmo 73:25). È guardando a Lui che saremo trasformati alla Sua immagine, Com'è Lui, così saremo noi. Martiri la notte prima dell'agonia; riformatori che esitano a portare avanti il loro compito; studiosi che si chiedono se tutto il loro impegno ne sia valsa veramente la pena; padri e madri; insegnanti ed allievi, tutti questi sono stati nel “santuario” di Dio fintanto che hanno visto la visione e l'ideale. Allora essi hanno fatto il bilancio di ciò che Dio aveva insegnato loro, delle visioni che aveva loro dato. Allora Dio è pronto a metterli in grado di realizzarle: «Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede» (Marco 9:23).

PREGHIERA

Concedimi la grazia, o Signore, che io possa sia percepire che sapere ciò che debbo fare, e possa pure aveva la grazia e la capacità di adempierlo fedelmente. Amen.

 Da "Our Daily Walk - Daily Meditations and a Prayer for Each Day By F.B. Meyer", 7 febbraio.