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Pratica del culto

Page history last edited by Paolo E. Castellina 4 years, 9 months ago

Direttive per il Culto pubblico


 

Capitolo 2: La pratica del Culto

 

1. Le Scritture non prescrivono per il Culto un ordine fisso [una particolare liturgia], ma si preoccupano che "ogni cosa sia fatta con dignità ed ordine" (1 Corinzi 14:40). E' desiderabile che gli esercizi del Culto siano condotti in maniera biblica, considerata, dignitosa ed edificante. La comunità cristiana riunita si incontra alla presenza di Dio come il Suo popolo legato a Lui dal Patto. Confessano i loro peccati, odono le Sue promesse di perdono e di accoglienza, ed ascoltano ciò che giustamente la Sua Parola esige da loro. L'intero Culto può essere inteso come un dialogo fra Dio ed il Suo popolo. L'ordine ed il contenuto del Culto deve riflettere questo dialogo che avviene sulla base del Patto di Grazia. Si suggerisce il seguente ordine del Culto (sebbene esso possa variare).

 

  • Appello al Culto e saluto
  • Preghiera di adorazione
  • Salmo
  • Eventuale amministrazione del Battesimo
  • Lettura dall'Antico Testamento
  • Preghiera di intercessione
  • Lettura del testo biblico per il Sermone
  • Sermone
  • Preghiera
  • Presentazione delle offerte
  • Eventuale celebrazione della Cena del Signore
  • Parole dell'istituzione
  • Ammonimento ed invito
  • Cena del Signore
  • Salmo
  • Benedizione

 

2. Gli elementi scritturali del Culto pubblico ordinario sono la preghiera, il canto dei Salmi, la lettura, predicazione ed ascolto della Parola di Dio, la presentazione delle offerte, e la celebrazione dei Sacramenti. A queste possono essere aggiunte le speciali ordinanze del Digiuno e delle Promesse solenni pubbliche [Patti]. Ogni parte del Culto deve essere spiegata brevemente ad intervalli regolari ed in termini contemporanei affinché lo scopo ne sia chiaro a tutti i presenti. Gli annunci alla comunità devono essere fatti prima o dopo il Culto e tenuti ad un minimo per non interferire con il Culto.

 

3. Il Consiglio di Chiesa locale è responsabile per la sovrintendenza immediata del Culto pubblico. Ordinariamente è il Pastore che assume il ruolo di guida nel Culto nel prepararlo e condurlo. Gli Anziani con funzione di governo possono rivolgere alla comunità l'appello al culto, porgere il saluto, condurre la comunità in preghiera, introdurre i Salmi da cantare, e leggere i testi biblici. Occasionalmente un Anziano con funzione di governo potrà predicare la Parola e pronunciare la Benedizione, ma non potrà amministrare i Sacramenti se non in circostanze straordinarie. Occasionalmente pure uno studente, candidato al Ministero, potrà condurre sotto supervisione una parte del Culto. Appello al Culto, Saluto e Preghiera di adorazione

 

4. Un Anziano potrà chiamare la comunità al Culto e pronunciare la Benedizione facendo uso di testi biblici adatti, come quelli che dichiarano la maestà del santo Nome di Dio, la lode delle Sue perfezioni o la bontà delle Sue opere di Creazione e Redenzione. Egli pure deve salutare il popolo di Dio, facendo forse uso di un saluto apostolico come: "Grazia e pace a voi da Dio nostro Padre e dal Signore nostro Gesù Cristo".

5. L'Anziano offrirà poi una preghiera di adorazione. Potrà includere il seguente:

 

  • Rispettoso riconoscimento dell'incomprensibile grandezza, bontà e maestà del Signore, alla cui presenza è raccolta la comunità.
  • Solenne confessione della nostra naturale indegnità di accostarsi a Lui la nostra incapacità da noi stessi di rendergli culto.
  • Richiesta umile del Suo perdono, assistenza ed accoglienza nel culto.
  • Grata benedizione verso di Lui per il dono indicibile del Suo Figlio Gesù Cristo, l'unico Salvatore dal peccato e l'unico Mediatore fra noi e Dio.
  • Gioiosa appropriazione delle promesse ai santi del Suo Patto di Grazia.
  • Richiesta fiduciosa della Sua benedizione, sulla Lode, preghiera e proclamazione della Sua Parola in quel giorno.

 

6. L'intera comunità deve raccogliersi per il culto per tempo, presenti tutti, affinché vi partecipino per tutto il Culto. All'inizio del Culto, ciascuno deve dare attenzione indivisa ad ogni parte del Culto di Dio. I partecipanti devono astenersi da ogni comportamento che arrichi disturbo o sia di ostacolo al proprio fedele servizio del Signore. A meno che non sia necessario, nessuno deve assentarsi dal culto se non dopo la Benedizione finale.

 

Il canto delle lodi

 

7. Il Nuovo Patto è simile ad un vincolo nuziale fra Dio ed il Suo popolo. Il loro incontro settimanale è fonte di gioia e di piacere. Così i santi cantano Salmi a Dio.

 

8. Il canto di tutto cuore a Dio delle lodi è elemento del culto pubblico. I Salmi della Bibbia, a causa della commenda biblica, la loro eccellenza e la loro divina ispirazione, devono essere cantati nel Culto pubblico di Dio ad esclusione di ogni altro canto od inno di composizione umana. Essi devono essere cantati senza accompagnamento strumentale, dato che esso non è autorizzato nel culto neotestamentario. (...) I Salmi o porzione dei Salmi devono essere scelti, in un particolare servizio di culto, secondo quanto siano appropriati nel loro contenuto. Se si canta solo una porzione di un Salmo, bisogna che si tenga conto del suo contesto più vasto. La comunità non deve cadere nell'abitudine di fare esclusivo uso dei suoi Salmi favoriti, ed il Consiglio dovrà programmare di cantare gradualmente tutti i Salmi.

 

9. Il popolo di Dio deve cantare riflettendo su ciò che canta, in modo rispettoso ed entusiasta, con la grazia nel cuore. Dovrà essere data dovuta attenzione alla musica ed alla guida del precentore, affinché la lode risuoni con tale bellezza da riflettere la gloria di Dio e la Sua santità. Coloro che sono scelti per fungere da precentori devono essere caratterizzati da maturità cristiana e dai doni per svolgere al meglio questa funzione. Essi devono condurre il canto in maniera semplice, ordinata e dignitosa. Non dovranno aggiungere interpretazioni o commenti sul Salmo cantato. Uno dei frutti della Riforma era il ristabilimento della pratica biblica del canto comunitario. Potrà certo essere formato un coro per aiutare a condurre la lode, ma il canto non dovrà essere lasciato al coro. Il canto comunitario dovrà essere sempre la norma.

 

10. I Salmi hanno una tale profondità di significato e bellezza da meritare lo studio più attento. E' di vitale importanza che la comunità comprenda ciò che canta. E' utile, quindi, che uno degli Anziani faccia un breve commento sul Salmo che si canta. Può essere particolarmente utile se uno dei Salmi sia scelto per una spiegazione più sostanziosa e succinta da parte di un Anziano prima di essere cantato. Bisogna prestare attenzione a come il Salmo riveli l'opera di Cristo e le benedizioni del Nuovo Patto.

 

La Preghiera

 

11. La preghiera è un elemento del culto pubblico attraverso la quale i santi si accostano al Trono della Grazia, La preghiera deve essere elevata con audacia nel Nome di Gesù Cristo e con il massimo rispetto di pensiero, linguaggio e maniera, con quella profonda umiltà che si conviene a peccatori perdonati che si accostano alla presenza del Dio santo, e con la gioia di figli accolti da un padre amorevole. Per quanto la preghiera sia condotta da un Anziano, essa diventa la preghiera dell'intera assemblea allorché il popolo del Signore vi partecipa prestando la dovuta attenzione al contenuto della preghiera, aggiungendovi, tramite un udibile o non udibile "Amen" l'entusiasta approvazione delle sue richieste.

 

12. Le preghiere nell'ambito del Culto includono l'Adorazione, il Rendimento di grazie, la Confessione di peccato e l'Intercessione. La porzione della preghiera di Intercessione che si focalizza sulla Confessione di peccato potrà essere elevata separatamente, seguendo ad una lettura della Legge di Dio e seguita da un'assicurazione di perdono.

 

13. La preghiera di Intercessione deve essere comprensiva senza essere eccessivamente prolungata. Essa deve essere attentamente preparata. Potrà includere i seguenti elementi.

 

  • Adorazione della Maestà di Dio come datore della vita e di ogni dono buono e perfetto e, più specificatamente, del dono di Suo Figlio, il Signore Gesù Cristo, il Salvatore dei peccatori.
  • Confessione della nostra grande peccaminosità, a causa sia del peccato originale (la condizione umana naturale) e del peccato attuale (le nostre attuali trasgressioni della volontà di Dio, della giustizia della condanna comminata da Dio ai peccatori, e della nostra indegnità persino della più piccola delle benedizioni.
  • Rendimento di grazie per averci provveduto il Signore Gesù Cristo come Mediatore, il quale ha dato l'intera Sua vita come sacrificio propiziatorio per il peccato e per la grazia sovrana con la quale Egli ha cercato e salvato il Suo popolo e continua, attraverso il Suo Evangelo, a chiamare tutti in ogni luogo al ravvedimento ed alla fede in Lui affinché abbiano vita eterna.
  • Richiesta dell'opera del Suo Spirito: affinché l'amore di Dio sia versato nei nostri cuori, come nostro suggello, mediante lo Spirito di adozione, la piena certezza del nostro perdono e riconciliazione, conforto per coloro che sono afflitti, pace a coloro che hanno lo spirito ferito e turbato e fasciare i cuori spezzati; per convertire i peccatori, aprendo i loro occhi, convincendo la loro coscienza, e volgendoli dalle tenebre alla luce, e dal potere di Satana a quello di Dio, affinché essi pure ricevano il perdono dei loro peccati e un'eredità fra coloro che sono santificati per fede in Gesù Cristo; e per santificarci, mortificando il peccato che ancora c'è in noi, ravvivando la nostra anima con la vita di Dio in Cristo, e dandoci la grazia necessaria per la nostra vita e testimonianza di fronte a Dio ed al mondo, forza nelle tentazioni, l'uso santo sia delle benedizioni che delle prove, e perseveranza nella fede attraverso tutta la nostra vita.
  • Intercessione per la diffusione dell'Evangelo e del Regno di Cristo in tutte le nazioni del mondo: per la conversione dei Giudei e dei Gentili, e a che sia affrettato il ritorno del Signore nostro; per la fioritura della Chiesa nel nostro paese ed all'estero; per il sollievo dall'oppressione dei cristiani perseguitati; e per il governo della nostra nazione, affinché esso governi con giustizia nel timore del Signore.
  • Richieste specifiche per i santi e la comunità: per i malati e gli afflitti; per le sfide che dovranno essere affrontate nella settimana veniente; per la crescita della comunione fraterna e il nostro protenderci verso i perduti.
  • Benedizione del Signore sul Giorno del Signore, e per la gioia ed il privilegio di riunirci per il culto; pregare per la dimostrazione di potenza nello Spirito Santo nella predicazione della Parola, affinché Cristo sia formato in noi e viva in noi, affinché tutti i nostri pensieri possano essere portati in soggezione all'ubbidienza di Cristo, ed i nostri cuori stabiliti in ogni buona parola ed opera per sempre.

 

14. La preghiera dopo il Sermone rende grazie a Dio per la Sua bontà verso i Suoi santi, e chiede che Egli imprima la verità nei cuori di tutti i presenti ed accetti con la Sua grazia il culto che è stato offerto.

 

15. Le Scritture non comandano esplicitamente particolari posture nella preghiera. Esse, però, danno esempi di credenti che si inginocchiano o stanno in piedi come le posture che meglio sono segni convenienti di rispetto e devozione.

 

16. La comunità può pregare insieme il Padre Nostro, che non solo è un modello di preghiera, ma anche esso stesso la preghiera più comprensiva.

 

La lettura delle Scritture

 

17. La lettura della Parola di Dio è un elemento del culto ed un mezzo primario stabilito da Dio per edificare il Suo popolo. In essa noi riconosciamo la nostra dipendenza dal Signore e la nostra sottomissione a Lui. La lettura deve essere condotta da un Anziano come servitore del Signore. Attraverso di essa Dio parla direttamente alla comunità.

 

18. La lettura delle Scritture nel Culto significa raccontare di nuovo la storia attraverso la quale Dio ha condotto a Sé il Suo popolo. Dio aveva dato la Sua Legge nell'Antico Patto tornando a raccontare in che modo Dio aveva salvato Israele: "Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù" (Esodo 20:1-2). Allo stesso modo, nel Nuovo Testamento, l'Evangelo torna a proclamare gli atti salvifici di Dio in Cristo. Dio in Cristo, infatti, ha sconfitto i nemici del Suo popolo: la potenza del peccato, di Satana e dell'ultimo nemico stesso, la morte (Colossesi 1:13-14).

 

19. Sono da leggere pubblicamente nella lingua corrente della comunità in cui si svolge tutti i libri canonici dell'Antico e del Nuovo Testamento (ma nessuno di quelli che comunemente sono chiamati Apocrifi), da una sana traduzione, distintamente, affinché tutti possano udire e comprendere. La Scrittura può essere pure letta in modo responsoriale od all'unisono dalla comunità.

 

20. La lunghezza dei testi biblici da leggersi è lasciata alla sapienza dell'Anziano. E' raccomandabile, durante il Culto, leggere un brano da ciascuno dei Testamenti. Questo potrà essere fatto in maniera consecutiva, così da leggere nel corso del tempo, l'intera Scrittura. Alcuni brani devono essere letti più frequentemente, come la Legge e le promesse scritturali di perdono e di accettazione. Uno dei brani può essere il testo del Sermone.

 

La predicazione della Parola di Dio

 

21. La predicazione dell'Evangelo, che è potenza di Dio per la salvezza, è centrale nell'opera del ministero cristiano. Dev'essere fatta da "un uomo approvato, un operaio che non abbia di che vergognarsi e che tagli rettamente la Parola di Dio" (2 Timoteo 2:15), "per salvare sé stesso e quelli che lo ascoltano" (1 Timoteo 4:16). Colui che amministra la Parola deve prepararsi per la predicazione attraverso uno studio diligente delle Scritture e la preghiera. Deve perseguire l'assistenza dello Spirito Santo per poter dichiarare "tutto il consiglio di Dio" (Atti 20:27). Deve essere aduso a leggere ampiamente e rimanere aggiornato dei risultati dell'erudizione biblica come pure delle questioni sociali e dottrinali dei nostri tempi. Il suo messaggio deve essere adattato alla comunità che lo ascolta, sia per quanto riguarda il contenuto che lo stile comunicativo.

 

22. Il Sermone è un'esposizione ed applicazione della Scrittura. Un metodo eccellente di predicazione è l'esposizione progressiva di un'intero libro della Bibbia o di una sua parte. I sermoni tematici, però, sono pure appropriati per rispondere ai bisogni specifici della comunità e le questioni d'attualità. Il predicatore deve interpretare la Scrittura nel contesto della storia della Redenzione e lo sviluppo dei propositi di Dio per la Salvezza. La predicazione fedele deve proclamare l'insegnamento esplicito della Scrittura, la Parola di Dio scritta, e proclamare Cristo, Parola di Dio fattosi uomo.

 

23. Il servitore di Cristo deve predicare in questa maniera:

  • Diligentemente, vale a dire, svolgendo l'opera di Dio non in maniera negligente.
  • In modo chiaro, affinché l'uditorio di ogni età e capacità possa comprendere, non con discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, perché la croce di Cristo non sia resa vana (1 Corinzi 2:4; 1:17); astenendosi, inoltre, dall'uso non profittevole di lingue sconosciute, fraseologie strane e desuete, e cadenze di suono e parole artificiose e ricercate; facendo uso molto moderato di citazioni da autori ecclesiastici o scrittori umani, antichi o moderni, per quanto eleganti siano.
  • Fedelmente, per l'onore di Cristo ed in vista della conversione di chi ascolta, in modo edificante e per la salvezza del popolo, non per suo proprio guadagno e gloria; non risparmiando nulla che persegua questi fini, dando a ciascuno ciò che gli è necessario ascoltare, con rispetto ed imparzialità verso tutti, senza trascurare i più umili o cercando di non offendere i più influenti.
  • Saggiamente, disponendo tutto il suo insegnamento, esortazioni e soprattutto rimproveri in modo tale da essere il più efficace possibile; mostrando il dovuto rispetto per ciascuna persona e luogo, non dando spazio ad alcuna animosità personale o pregiudizio.
  • In maniera solenne (non frivola e casuale) com'è appropriato per chi proclama la Parola di Dio, evitando gesti, toni di voce, od espressioni che potrebbero dare alla gente opportunità di disprezzare la sua persona o ministero.
  • In modo amorevole, affinché i santi possano vedere come il suo ministero sgorghi da uno zelo genuino per il Signore ed un profondo desiderio di fare loro del bene.,
  • Come chi è istruito da Dio stesso, e persuaso nel suo stesso cuore, affinché tutto ciò che insegna sia la verità di Cristo; vivendo di fronte alla comunità come loro esempio; onestamente, sia in privato che in pubblico, raccomandando la sua opera alla benedizione del Signore, e badando a sé stesso e a tutto il gregge che il Signore gli ha affidato in cura.

In questo modo la verità sarà preservata fedelmente, molti saranno convertiti a Cristo ed edificati nella fede e nella vita cristiana, e lui stesso riceverà molti incoraggiamenti nel suo ministero in questa vita, come pure una corona di gloria nella vita che verrà.

 

24. I fedeli partecipano alla predicazione della Parola in questo spirito: "Affinché la Parola divenga efficace per la salvezza, dobbiamo prestarvi attenzione con ogni diligenza, preparazione e preghiera; riceverla con fede ed amore, custodirla nel nostro cuore ed esprimerla nella nostra vita" (Catechismo minore di Westminster, D/R 90).

 

Le offerte

 

25. La presentazione dei contributi in denaro per sostenere l'opera della Chiesa e delle collette è parte integrante del Culto cristiano. A questo riguardo, ci è comandato di mettere da parte ogni primo giorno della settimana quello che possiamo secondo la prosperità concessaci (1 Corinzi 16:1-2). Dio chiama il Suo popolo a restituire a Dio una porzione delle loro sostanze in modo gioioso e regolare. La raccolta delle contribuzioni e delle collette può essere preceduta o seguita da un rendimento di grazie per quanto il Signore ci provvede e affidare i doni all'opera del Regno di Cristo e la benedizione del Signore.

 

La Benedizione

 

26. Il culto pubblico deve concludersi con una solenne benedizione sui santi. Ecco due forme comuni:

  • "La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. Amen" (2 Corinzi 13:14).
  • "Il Signore vi benedica e vi guardi. Il Signore faccia risplendere il Suo volto su di voi e vi sia propizio. Il Signore rivolga verso di voi il Suo volto e vi dia la pace. Amen" (Numeri 6:24-26).

La Scrittura ci fornisce pure altre benedizioni adatte (per esempio, 2 Tessalonicesi 3:16; Efesini 3:23-24; Ebrei 13:20-21).

 

27. La benedizione è un pronunciamento, non una preghiera per aggiornare la riunione. Non dovrebbe essere mai intesa come una semplice formalità per congedare la comunità. Impartire la benedizione di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, è un privilegio alto e santo. La comunità deve attendere quietamente e con rispetto di ricevere la Benedizione.

 

28. Il Signore ci ha comandato di rammentarci un giorno su sette, il giorno del Signore, e di rallegrarci per esso. Dobbiamo conservare santa l'intera giornata, riposando dalle nostre attività ordinarie e da ogni lavoro non necessario, rammentandoci delle opere della Creazione e della Redenzione, anticipando il nostro eterno riposo in Cristo e manifestando misericordia a coloro che sono nel bisogno.

 

29. Il Consiglio di Chiesa dovrà considerare diligentemente in che modo guidare la comunità nell'osservanza del Giorno del Signore. Dato che le circostanze in cui si trova ciascuna comunità variano, detto Consiglio dovrà considerare attentamente l'opportunità di tenere in quella giornata una seconda riunione di culto pubblico oppure se sia più conveniente una qualche altra riunione di comunione oppure di edificazione, considerando sempre la gloria di Dio e il bene della comunità.

 

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