Un dono dal cielo - La necessità della Bibbia - Una serie di 25 lezioni sull'insegnamento della fede cristiana che si basa completamente sulla Bibbia, e inteso per principianti, per aiutarli a comprendere il dono più grande che abbiamo ricevuto da Dio
La caduta nel peccato (Genesi 3)
Dio creò ogni cosa buona e senza difetti. L'essere umano, nel paradiso, non aveva preoccupazioni, non doveva soffrire la fame né morire. La morte non faceva parte della creazione di Dio o dell'esistenza umana.
Da tutto questo, è ovvio che siano avvenuti cambiamenti radicali nel nostro mondo. La Bibbia non ci tiene all'oscuro sulla causa di questi cambiamenti. Al tempo stesso, però, essa non dà risposta a tutte le nostre domande.
Ribellione in cielo
Una rivoluzione era scoppiata fra gli angeli in cielo. Iddio aveva creato gli angeli per essere i Suoi servitori, ma essi si erano ribellati. L'angelo che aveva guidato questa ribellione è chiamato nella Bibbia “Satana” o “il diavolo”. Dio, però non ha permesso a Satana ed ai suoi angeli ribelli di avere successo, Dio non è stato detronizzato. La ribellione, però, si è diffusa sulla terra e continua oggi. Come ha fatto a giungere sulla terra? La risposta di cui abbiamo bisogno deve risalire a ciò che avvenne con Adamo ed Eva. Erano state le prime creature umane ad essere create ed esse vivevano in completa armonia con Dio e fra di loro. Loro compito era quello di coltivare e governare il giardino dell'Eden (Genesi 2:15). Là vivevano secondo la volontà di Dio, e godevano della Sua speciale presenza. Essi potevano udirvi “i Suoi passi” (Genesi 3:8).
Dio pure fece un patto o accordo con Adamo ed Eva. Questo patto è spesso chiamato “il patto di opere”. Da parte loro Adamo ed Eva avevano da ubbidire ad un solo comandamento: “Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Genesi 2:16,17). Attraverso questo comando, Iddio voleva mettere alla prova Adamo ed Eva. E' a questo punto che Satana entra in scena e lancia il suo attacco. Usa la forma di un serpente, “il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti” (Genesi 3:1). Attraverso la bocca di un serpente, Satana parla ad Eva e le dice che Dio aveva loro dato questo comando perché temeva che l'uomo fosse divenuto Suo pari. Pareva essere questa la vera ragione per cui Dio aveva proibito l'accesso a questo albero.
L'inesplicabile
Allora accade l'inesplicabile. Eva crede alla menzogna di Satana. Potrebbe essere vero, pensa. Eva, così, trasgredisce il comandamento di Dio e mangia del frutto proibito. Ne dà pure ad Adamo, ed anch'egli ne mangia. “La Caduta” o “la Caduta dell'uomo”, come talvolta è chiamata, diventa un fatto. E' la prima rivoluzione sulla terra. Mostra come l'uomo non voglia vivere come figlio di Dio. Egli vuole vivere per sé stesso. Vuole stare alla pari con Dio. Ci si possono fare molte domande sulla caduta nel peccato. Per esempio, non avrebbe potuto Dio prevenire la ribellione degli angeli e quella di Adamo ed Eva? Come potevano creature prive di peccato, come Adamo ed Eva, cadere? Perché Dio non li ha fermati quando dopo essere stati tentati da Satana? Perché Dio ha permesso a Satana di avere mano libera sulla terra? Perché l'essere umano doveva essere messo alla prova?
Vorremmo avere risposte a queste domande, ma la Bibbia non ce le fornisce. La Bibbia, però, ci insegna che non possiamo, per questo, dare la colpa a Dio. Adamo ed Eva, e tutta la gente peccaminosa che è sorta da loro, hanno solo sé stessi da biasimare. Invece che amare Dio, essi sono diventati infedeli. Dio non lascia impunita una simile infedeltà.
Le conseguenze
La disobbedienza di Adamo ed Eva comporta conseguenze molto vaste. La vita sulla terra è caduta sotto la maledizione di Dio. La maledizione di Dio è l'opposto delle Sue benedizioni. A motivo di queste maledizioni, noi siamo destinati da Dio ad una severa condanna. Essa comporta malattia, fame, guerra e morte. Il peccato tocca ogni aspetto della vita. L'umanità non si è così più interessata all'onore di Dio, ma solo al proprio. Non si è più interessata al benessere altrui, ma solo al proprio. Prima della caduta nel peccato, Adamo ed Eva amavano Dio con tutto il loro cuore, mente e forza, ma dopo la Caduta, sono divenuti incapaci d'un qualsiasi bene e sono inclini ad ogni specie di male (Romani 3:10-18).
Come risultato, c'è molta sofferenza in questo mondo, e non è difficile illustrarlo con esempi. Ci si chiede spesso: “Se Dio esiste, perché ha permesso tutto questo?”, oppure, “Come può Dio essere amore se permette che tutto questo avvenga?”. La risposta è che Dio è amorevole e fedele. Noi, esseri umani, siamo divenuti infedeli. Noi dobbiamo sempre rammentarci che all'inizio, Dio aveva creato tutto perfetto e buono.
La nostra colpa collettiva
Dobbiamo pagare noi ancora per i peccati di Adamo ed Eva? Forse che la disubbidienza di Adamo ed Eva non è affare nostro? Sì, lo è. Adamo è il progenitore della razza umana, l'antenato di ogni essere umano. Noi tutti abbiamo peccato in lui. Adamo ha agito come rappresentante di tutti coloro che sono venuti dopo di lui. Ciò che Adamo ha fatto, ha avuto conseguenze non solo per sé stesso, ma anche per la sua discendenza. Il peccato di Adamo viene trasmesso a tutti coloro che sono venuti ed ancora procedono da lui. La Bibbia è molto chiara su questo punto. L'apostolo Paolo scrive nella lettera ai Romani: “Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato...” (Romani 5:12).
Ogni essere umano nasce peccatore. Nel Salmo 51:1 leggiamo: “Ecco, io sono stato generato nell'iniquità, mia madre mi ha concepito nel peccato”. Questo significa che l'essere umano non fa mai ciò che Dio vuole che egli faccia. Per natura ogni persona fa quello che va contro la volontà di Dio. Questo fatto diventa evidente in molti modi, non solo in ciò che facciamo, ma anche nelle nostre parole e nei nostri pensieri. L'essere umano è un peccatore e Dio accusa non solo Adamo ed Eva, ma anche ogni loro discendente. Dio disse ad Adamo ed Eva che la pena per la disobbedienza sarebbe stata la morte, cioè il loro eterno e totale abbandono da parte di Dio. Il peccato può essere definito come quell'atto per cui l'essere umano respinge Dio. La pena risultante è che Dio interrompe i Suoi rapporti con l'essere umano. Il Creatore ritira la vita dal peccatore. Dio sarebbe del tutto giustificato se eseguisse il Suo giudizio finale su tutti indistintamente. Egli, però, continua a cercarci.
Un armonia infranta
Dopo la caduta nel peccato, quando Iddio entra nel paradiso ed Adamo ed Eva odono i Suoi passi, essi si nascondono da Lui. Questo dimostra chiaramente che il rapporto che c'era fra di loro, ora è infranto. Non esiste più quell'armonia che esisteva prima. Questo fatto diventa pure evidente nel rapporto che c'è fra Adamo ed Eva. Adamo accusa Eva: “La donna che tu mi hai messa accanto, è lei che mi ha dato del frutto dell'albero, e io ne ho mangiato” (Genesi 3:12). Eva, a sua volta, accusa il serpente: “Il serpente mi ha ingannata e io ne ho mangiato!” (Genesi 3:13). Dio non esita a punire il peccato. La donna riceve la maledizione del dolore nel parto. L'uomo è condannato a lavorare una terra maledetta per poter nutrire la sua famiglia. Quel ch'è peggio è che ora la morte farà parte della loro esistenza: “mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto; perché sei polvere e in polvere ritornerai” (Genesi 3:19). Malattia, infelicità, odio, sofferenza e morte sono così entrate nel mondo.
Iddio, ciononostante, continua a cercare e a prendersi cura delle creature umane. La morte è la pena che merita il peccato, ma rimane aperta la possibilità della salvezza: “Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23). Iddio decise di inviare il Suo unico Figlio sulla terra per prendere su di Sé la pena che merita l'essere umano e quindi liberarlo da essa. Questo non significa che sulla terra sia scomparsa ogni miseria. Il ribaltamento completo dell'attuale situazione avverrà solo nella nuova terra.
La promessa di un nuovo inizio è senza dubbio uno dei temi centrali dell'Antico Testamento. In vari modi e circostanze, la venuta del Figlio di Dio, Gesù Cristo, vi è prefigurata. Tutto ciò che Iddio promette nell'Antico Testamento è, in realtà, l'adempimento della promessa fatta nello stesso paradiso, quando disse: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno” (Genesi 3:15).
Questo mondo è teatro di un combattimento
Senza dubbio il testo prima citato è di difficile comprensione. Dobbiamo renderci conto come esso sia rivolto al serpente e, attraverso il serpente, a Satana. Satana, e tutti quelli che appartengono a lui, saranno nemici giurati di Eva e di tutti quelli che le appartengono. Dai discendenti di Eva, però, nascerà il Salvatore promesso, Gesù Cristo.
Ecco così che Dio non abbandona l'essere umano nelle mani di Satana. Egli ha compassione della creatura umana, e comincia a ristabilire il rapporto che aveva con essa. Questo, però, inevitabilmente, implica una lotta che continuerà fintanto che esisterà la terra. L'esito di questa lotta, però, è già stato determinato. Satana perderà la guerra, e Cristo sarà vittorioso. Anche questo può essere dedotto dal testo di Genesi. Dice che la testa di Satana sarà schiacciata. Egli ne avrà definitivamente la peggio. Per quanto riguarda i credenti, essi non usciranno illesi dalla battaglia. Il calcagno della donna sarà ferito, perché Satana coglierà ogni opportunità per infliggere ai credenti i danni più grandi possibili. Questo è solo uno scorcio dell'immagine totale. Nelle lezioni seguenti, indagheremo in questo più a fondo
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