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La mia partner è non credente e noi

Page history last edited by Paolo E. Castellina 4 years, 2 months ago

Caro (...),

 

mi chiedi: "È giusto pensare di essere un fornicatore (e dunque non ereditare la salvezza) avendo rapporti sessuali con la mia fidanzata? Lei non è cristiana, stiamo insieme da 3 anni ormai e la evangelizzo continuamente".

 

Quanto mi dici è un po' poco per permettermi di valutare bene la tua situazione. Non ti conosco abbastanza e sarebbe utile valutare il contesto in cui ti trovi (il luogo dove abiti, la comunità cristiana che frequenti, la tua professione, amicizie ecc.). Questo è importante perché le questioni di etica vanno sempre affrontate da tre punti di vista: l'insegnamento biblico, il contesto dove vive la persona e la persona stessa. Se si tiene conto di solo uno di questi aspetti si può scadere o nel dogmatismo disumano o nel relativismo senza principi. Comunque io qui farò solo delle considerazioni generali.

 

La prima considerazione che voglio fare è esortarti a liberarti dalla tipica ossessione dell'evangelicalismo per la salvezza eterna, la questione del "salvato se..." o "non salvato se...". Il salvare appartiene al Signore soltanto, è Sua opera dal principio alla fine. Se Lui ti ha chiamato alla salvezza in Cristo e tu ti sei sinceramente affidato a Lui, Lui ti porterà avanti nella tua vita con certezza fino al felice traguardo finale, e niente e nessuno potrà impedirlo o pregiudicarlo.

 

Detto questo, il Signore, attraverso tutta la Sua parola biblica, ha dato al Suo popolo e a ciascun Suo figliolo, delle "linee guida" di condotta che non sono in alcun modo "condizioni di salvezza" ma dei parametri di comportamento rispetto ai quali il cristiano si confronta costantemente affinché la sua vita sia gradita al Signore. Seguire i parametri biblici di comportamento non solo è gradito al Signore, ma comporta delle conseguenze pratiche: positive se ci si conforma ad essi, e negative se li contravveniamo. I cristiani talora fanno scelte sbagliate, e queste avranno delle conseguenze negative nella loro vita. Scelte sbagliate non pregiudicano la salvezza eterna ma, a seconda della loro gravità, le dovranno "pagare", portandone il peso quanto a sofferenze di varia natura. Il Signore, nella Sua provvidenza, sicuramente "le bypassa" utilizzando le nostre scelte sbagliate per "darci delle salutari lezioni", ma non può essere per noi questa una scusa per farle!

 

Il parametro etico che il Signore ci pone davanti nella questione da te toccata, è che, per il popolo, di Dio i rapporti sessuali devono essere limitati alla coppia di quell'uomo e quella donna che ha l'uno verso l'altra un rapporto impegnato e suggellato dal matrimonio. Deve necessariamente, poi, essere una coppia di credenti, un uomo ed una donna che non solo sviluppano piena comunione l'uno con l'altra, ma che pure individualmente sono in comunione con Dio, fonte del loro rapporto e della loro vita. Da questo "ideale" ci si allontana solo "a nostro rischio e pericolo", tenendo cioè conto che, se non si fa così (e tante possono essere le giustificazioni o scuse addotte per non farlo), ci saranno per noi delle inevitabili conseguenze negative, di vario grado e natura, a corto o lungo termine. E' qui che subentra il nostro senso di responsabilità. Ti allontani da quelle norme? OK, sii pronto allora a pagarne le conseguenze! Non si tratta, ripeto, di "salvezza eterna" a rischio, ma di sofferenze e "problemi" che prima o poi arriveranno, e che faranno soffrire noi e chi ci sta intorno, esigendo poi misure di contenimento e di risanamento. Da questo non si scappa!

 

Un'ultima questione. Dici che la tua ragazza "la evangelizzi continuamente". Detto così la cosa mi preoccupa e non poco! Come lo fai? In modo saggio, amorevole ed equilibrato, oppure ...tormentandola continuamente e rischiando di ottenere poi l'effetto opposto? "Troppo zelo" può infatti essere assolutamente controproducente. Il sincero desiderio di portare il proprio partner non credente alla fede in Cristo, è stato comprovato che non funziona quasi mai, per quanto ci si illuda. Vale molto di più la preghiera per quella persona, più che tante parole, e sicuramente è meglio che il principale "evangelizzatore" sia, in quel caso, un'altra donna, credente. E' una questione rischiosa questa: o si esagera allontanando il proprio partner dalla fede, oppure ottenendo false conversioni "di convenienza". Donne che "evangelizzano" i propri mariti non credenti? Uomini che "evangelizzano" le proprie mogli non credenti? Tutto è possibile, ma l'esperienza dimostra che molto raramente è una cosa "che funziona".

 

Ti ho dato materiale per riflettere, ma se sei in una comunità cristiana sana, è meglio che ne parli ancora con il suo responsabile in un colloquio privato e continuato.

 

Ti saluto fraternamente. Rimani nelle mie preghiere.

 

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