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L'onore e le responsabilità di essere reclutati al servizio di Dio

(Matteo 5:13-16)

 

Meditazione tratta elaborando e riassumendo: John Stott, "Issues facing Christians Today, A major Appraisal of Contemporary Social and Moral Questions", Basingstoke (GB): Marshalls, 1984, p. 62 ss: Alienation: Have We any Influence?

 

Introduzione

 

Quando Dio ci ha chiamati tramite l'appello dell'Evangelo di Gesù Cristo alla fede ed alla salvezza, quando Dio ci ha chiamati ad appartenergli in modo speciale come suoi figli adottivi, egli ci ha pure chiamati ad esserGli utili in questo mondo, a servire consapevolmente la sua causa ed i suoi propositi.

Gesù Cristo non ci ha solo riconciliato con Dio, egli ci ha pure reclutato, arruolato, ingaggiato, assunto, per essere al Suo servizio in questo mondo.

Ogni cristiano è chiamato ad essere al servizio di Dio, ogni persona che Cristo abbia riscattato dalla futilità e dalla inutilità della vita in questo mondo ostile a Dio. Dio per ognuno personalmente ha già preparato il posto più adatto dove noi possiamo servirLo al meglio ed Egli può darci la forza e le risorse necessarie per adempiere la nostra opera per Lui nel modo più efficace.

 

E' una responsabilità grande essere al servizio di Dio come cristiani, ma è pure uno straordinario onore per il quale dobbiamo essere più che riconoscenti.

Qual è la caratteristica e la funzione del cristiano in questo mondo? Gesù lo descrive con immagini molto efficaci nel cosiddetto "Sermone sul monte". Lo leggiamo nell'Evangelo secondo Matteo:

"Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra il monte non può rimanere nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto ad un secchio; anzi, la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli" (5:13-16).

 

A. Due efficaci immagini

Dice Gesù: "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra il monte non può rimanere nascosta ... Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché vedano le vostre buone opere", cioè la vostra eccellenza morale, la vostra dignità.

 

Il sale e la luce sono elementi famigliari a tutti. Essi si trovano virtualmente in ogni casa del mondo. Gesù stesso, mentre era un ragazzo nella sua casa di Nazareth, certamente aveva osservato sua madre, Maria, che usava il sale in cucina, ed accendeva le lampade quando il sole tramontava. Gesù sapeva dell'utilità pratica di questi elementi. A che sarebbe servito un sale che avesse perduto il suo sapore?

E poi non sarebbe stato assurdo accendere una lampada per poi nasconderla sotto ad un secchio?

 

Gesù così più tardi nella sua vita usa queste semplici osservazioni per illustrare il tipo di influenza che i suoi discepoli avrebbero dovuto esercitare nel contesto della società umana. Quando Gesù diceva loro queste parole, essi erano pochi, il nucleo iniziale del nuovo modello di umanità che Lui aveva inaugurato; essi però dovevano diventare sale e luce per il mondo intero. Che cosa voleva dire? Questo implica:

 

B. Quattro precisi imperativi

 

1. I cristiani sono chiamati ad essere fondamentalmente diversi dai non-cristiani

 

Le immagini del sale e della luce che Gesù usa contrappongono due modi di essere, due modi di vivere. Gesù sottointendeva che il mondo giace nelle tenebre e che i suoi discepoli dovevano esserne luce.

 

Seppure nel mondo vi sia un progresso scientifico e tecnologico, nella prospettiva biblica il mondo si sta sempre di più degenerando e corrompendo spiritualmente e moralmente, ma i discepoli di Cristo ne devono essere quel sale che ne deve impedire il decadimento, testimoniando, così, di ciò che è giusto, buono e vero.

 

I discepoli di Gesù devono caratterizzarsi in modo tale da essere come luce contrapposta a tenebra, come sale contrapposto a corruzione.

 

Questo è uno dei temi centrali della Bibbia. Dio sceglie nel mondo persone che gli appartengano in modo speciale, e la vocazione di questo popolo è quella di essere "santa", o speciale. "Siate santi", spesso ripete il Signore, "perché io sono santo".

 

2. I cristiani sono chiamati a permeare la società non cristiana.

 

Gesù dice: "...e non si accende una lampada per metterla sotto ad un secchio; anzi, la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa". Sebbene i cristiani siano chiamati a distinguersi moralmente e spiritualmente dai non-cristiani, essi certo non devono separarsi fisicamente dagli altri. Al contrario: se essi sono luce, debbono funzionare come luce nelle tenebre, e come sale che penetra, che viene assorbito nella carne che, senza di esso, ben presto marcirebbe. Una lampada non avrebbe alcun senso se fosse posta sotto un secchio o sotto un letto, ed il sale non serve a nulla se viene conservato sempre nel suo contenitore.

 

Il messaggio di Gesù è chiaro: allo stesso modo del sale e della luce i cristiani non devono stare staccati, ritirati dagli altri, od essere indifferenti alla società ed ai suoi problemi, ma devono immergersi nella vita ed incidere su essa con le specifiche caratteristiche che Dio ha loro donato. Gesù disse: "Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come neppure io sono del mondo. Io non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo" (Giovanni 17:13-16).

 

Essi debbono permettere che la loro luce brilli, che le loro buone opere siano palesi, non certo per farne bella mostra ed alla propria gloria, ma come dice Gesù: "...e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli" cioè che tutti, tramite essi, riconoscano, onorino, lodino, e glorifichino Iddio.

 

3. I cristiani possono influenzare la società non-cristiana.

 

Prima dell'invenzione del frigorifero, il sale era il conservante meglio conosciuto. Veniva sfregato sulla carne o sul pesce, oppure questi dovevano essere immersi nel sale. Così il processo di decadimento veniva ritardato, anche se evidentemente non arrestato interamente.

Allo stesso modo anche la luce è ovviamente efficace. Quando si accende la luce, le tenebre vengono eliminate. Allo stesso modo, Gesù sembra dire, i cristiani possono ostacolare il decadimento sociale ed allontanare le tenebre del male.

 

Si può dire che i cristiani fedeli al loro mandato siano uno strumento dell'azione provvidenziale di Dio, per la quale Egli impedisce che questo mondo giunga rapidamente alla fine, corrotto e rovinato dal peccato. Il cibo si corrompe facilmente al calore ed all'aria (con la muffa, i batteri, oppure diventa duro).  Si può, però, rallentarne il decadimento mettendolo in frigo, al riparo, conservandolo con vari metodi. E' destinato a deperire, ha una "data di scadenza", ma il processo di decadimento può essere ritardato. Così è per questo mondo malvagio che ha la sua "data di scadenza" (il giudizio finale di Dio). Il giudizio di Dio ha "tempi lunghi" perché, come dice la Scrittura: "Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi non volendo che alcuno perisca, ma che tutti [gli eletti, a suo tempo] vengano a ravvedimento" (2 Pietro 3:9). Gesù anche dice: "questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo in testimonianza a tutte le genti, e allora verrà la fine" (Matteo 24:14).

 

E' nostra abitudine lamentarci che nel mondo i modelli morali si abbassano sempre di più e questo con un aria di scandalo ed allarme di chi si crede estraneo a tutto questo. Critichiamo la sua violenza, la sua disonestà, la sua immoralità, la sua negligenza nel difendere la vita umana e la sua avidità materialista. Di chi però ne è la colpa?

 

Se una casa è buia quando sopraggiunge la notte, non ha senso incolparne la casa, perché questo è proprio ciò che accade quando il sole tramonta. Dovremmo piuttosto chiederci: Dov'è la luce?

 

Se la carne va a male e diventa immangiabile, non ha senso incolparne la carne stessa, perché questo è ciò che accade quando i batteri vengono lasciati liberi di moltiplicarsi. Dovremmo piuttosto chiederci: Dov'è il sale?

 

Allo stesso modo, se la società si deteriora ed i modelli di giusto comportamento tramontano, fintanto che diventa come una notte oscura e come un pesce che puzza, non ha senso incolparne la società, perché questo è ciò che inevitabilmente accade quando uomini e donne decaduti si privano del vero Dio e vengono lasciati a sé stessi, mentre l'egoismo umano non conosce limiti. Dovremmo così chiederci: Dov'è la chiesa? Perché il sale e la luce di Gesù Cristo non permea e non trasforma la società? Non è forse un'assoluta ipocrisia da parte nostra lamentarcene con sufficienza? Il Signore Gesù Cristo ha lasciato a noi il compito di essere il sale e la luce del mondo.

 

Potremmo dunque dire che se le tenebre e la corruzione abbondano, è colpa nostra, e dovremmo accettare di essere ripresi. E' un'affermazione forte, ma ne vedete la logica?

 

4. I cristiani devono conservare i loro tratti specifici

 

Questa "assenza" del sale e della luce nel mondo, questa nostra fondamentale assenza (di fatto e non solo a parole) non sottointenderebbe forse quello che Gesù afferma nel nostro testo: "...ora, se il sale diviene insipido" se perde cioè il suo sapore, la sua forza, la sua qualità, "con che lo si salerà?" come potrà essere ristabilita la sua funzione? Allora: "Non è più buono a nulla se non ad essere gettato via e calpestato dagli uomini". Siamo noi un "sale" che ha perduto la sua funzione diventando "insipido". Io non so se al sale può avvenire qualcosa di simile, ma so che questo può avvenire a noi.

 

Se il sale non conserva la sua qualità di sapore, se la luce perde il suo splendore, diventa inutile. Allo stesso modo: noi come cristiani dobbiamo adempiere a due condizioni, se vogliamo fare qualcosa di utile per Cristo. (1) Da un canto dobbiamo permeare la società non cristiana, ed immergerci nella vita del mondo, (2) d'altro canto dobbiamo vigilare a non essere assimilati dal mondo.

 

Dobbiamo conservare inalterate le nostre convinzioni, i valori, i modelli, e lo stile di vita tipico di coloro che hanno Gesù Cristo come loro Signore e Maestro. Ci conformiamo forse noi a quello che fan tutti? Adattiamo le nostre dottrine biblicamente rivelate e il nostro modo di vivere, al mondo per essere, magari, "accettabili" da esso? Come cristiani, però, dovremmo essere accettabili per il mondo o accettabili per Dio?

 

Gesù parla chiaramente della nostra "doppia identità": quella di coloro che non sono di questo mondo, ma che pure rimangono in questo mondo.

Se ci chiediamo che cosa mai sia il sapore e lo splendore tipico della santità cristiana, il resto del Sermone sul Monte ce ne dà la risposta.

In esso Gesù ci esorta a non essere come gli altri: "Non li rassomigliate dunque" (Mt. 6:8) e a distinguerci da essi con una giustizia maggiore (del cuore), un amore più vasto (anche dei nostri nemici), una devozione più profonda (come quella di figlioli che vanno dal loro Padre), e ambizioni più nobili (cercare prima di tutto il regno e la giustizia di Dio).

 

E' soltanto quando scegliamo e seguiamo la sua via, che il nostro sale continuerà ad avere il suo sapore, la nostra luce brillerà, e saremo suoi efficaci servitori e testimoni, esercitando un'influenza benefica sul mondo intero.

 

Questo proposito ed aspettativa di Gesù dovrebbe essere sufficiente a farci vincere il nostro senso di alienazione. Potremmo essere boicottati da alcuni sul luogo di lavoro o dove abitiamo. La società secolare e i "sacerdoti del conformismo" potranno fare del loro meglio per emarginarci e neutralizzarci. Rifiutando però di essere marginalizzati, dovremmo occupare per Cristo una sfera di influenza.

 

L'ambizione è desiderio di aver successo. Non c'è nulla di sbagliato nel voler essere ambiziosi se siamo veramente sottomessi alla volontà ed alla gloria di Dio. E' vero che il potere può dare alla testa, ed è pure vero che il potere di Cristo è meglio visibile attraverso la nostra debolezza. Certamente poi dovremmo continuare a sentire la nostra personale inadeguatezza. Dovremmo però avere la determinazione per la sua grazia di infiltrarci nei segmenti del mondo secolarizzato e là issare la nostra bandiera, mantenendo senza compromesso alcuno il Suo modello di amore, verità e bontà.

 

C. Sei linee direttive

 

Per rispondere a questo imperativo di essere sale e luce nel mondo si possono identificare sei aspetti specifici nei quali si deve manifestare il nostro impegno:

 

1. La potenza della preghiera. Ho messo apposta questo aspetto al primo posto, e vi prego di non liquidarlo come una pia insulsaggine, un esercizio alienante e deresponsabilizzante. Non possiamo leggere la Bibbia senza rimanere impressionati dall'accento che pone sull'efficacia della preghiera. "Molto può la supplicazione del giusto fatta con efficacia" dice la Bibbia" (Gc. 5:16). Certo, forse non comprendiamo completamente la dinamica della preghiera, ma è un comandamento del Signore che ci abilita ad entrare nel campo di battaglia dei conflitti spirituali, di metterci in sintonia con i buoni propositi Dio per far fluire in noi e tramite noi la Sua potenza ed incatenare le forze spirituali della malvagità.

 

 

2. Il potere dell'Evangelo. Nostro secondo compito è quello di evangelizzare, di proclamare cioè con forza la Parola di Dio che chiama ciascuna persona alla riforma radicale del proprio essere più profondo tramite il ravvedimento e la fede in Gesù Cristo.

 

Qualcuno ha detto che l'evangelizzazione e l'attività sociale sono le due lame di un paio di forbici, le quali non funzionano l'una senza l'altra, oppure come le due ali di un uccello.

 

Intervenire a livello sociale non è sufficiente se la persona non è interiormente trasformata dall'opera di Cristo e riconciliata con Dio: noi siamo radicalmente corrotti e nessuna riforma sociale potrà funzionare se l'essere umano non è profondamente riformato nel suo intimo, e questo lo può fare solo un rapporto vivo con la persona di Gesù Cristo, presentatagli esplicitamente con l'evangelizzazione. "L'Evangelo è potenza di Dio per la salvezza di ogni credente" (Ro. 1:16).

 

3. Testimoniare verità. Abbiamo visto che l'Evangelo è potenza di Dio per la salvezza. Di fatto però ogni verità è potente. Non dovremmo avere paura della verità, perché Dio vigila su di essa e non permette che venga mai soppressa completamente. Dobbiamo affermare sempre con forza e dovunque la verità, e verità non è solo la Parola di Dio nella Bibbia e in Gesù Cristo, ma ogni verità scientifica, teologica, morale, politica. Verità è trasparenza, quasi come la "glasnost" di Gorbatchëv. Dobbiamo testimoniare della verità ad ogni costo e con ogni mezzo contro ogni menzogna dovunque essa si manifesti, perché la nostra società è permeata di inganni, di intrighi, di macchinazioni a tutti i livelli. Noi siamo discepoli di quel Gesù che disse: "Per questo sono venuto nel mondo, per testimoniare della verità" (Gv . 18:37). Se noi manchiamo di testimoniare chiaramente per la verità rendendola chiara come il sole, allora noi saremmo da biasimare non meno che coloro che la sopprimono per manipolare a loro vantaggio gli altri.     

 

 

4. La protesta. Se è vero però che la nostra società è piena di menzogne, inganni, intrighi e macchinazioni, accanto alla nostra positiva testimonianza deve esserci la controparte negativa, la protesta contro la stupidità, l'inganno e la malvagità. Molti sembrano non credere più all'arma della razionale protesta e della lotta specifica contro l'ingiustizia, ma questo permane necessario. La Bibbia dice chiaramente: "E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, anzi, riprendetele (denunciatele), poiché egli è disonesto pur di dire le cose che si fanno da costoro in occulto. Ma tutte le cose, quando sono riprese dalla luce, diventano manifeste" (Ef. 5:11-13). La protesta non è mai una perdita di tempo e di energie, anzi, fa parte della funzione stessa della luce, secondo la Bibbia.

 

5. L'esempio. La verità è potente quando viene pubblicata, ma è ancora più potente quando viene manifestata nei fatti. La gente ha bisogno non solo che si dimostri loro la fondatezza delle nostre argomentazioni, ma di vedere i suoi benefici nella pratica della nostra vita.

Un'infermiera cristiana in un ospedale coerente con la sua professione di fede, un insegnante cristiano in una scuola, una segretaria cristiana in un ufficio, un operaio cristiano in fabbrica, possono avere un'enorme influenza. E chi può calcolare l'influenza per il bene di una famiglia cristiana coerente nel suo vicinato? I cristiani debbono essere persone chiaramente profilate sia al lavoro che in casa: il mondo ci osserva!

 

6. La comunità. Quello che però è ancora più influente che l'esempio di singoli cristiani e delle famiglie, è l'esempio di un'intera comunità cristiana nel suo insieme. Perché Dio intende la chiesa come un'umanità nuova e redenta, che in sé incorpora gli ideali del Regno, benché con tutte le sue naturali limitazioni. Un gruppo sociale che vive e pensa in modo alternativo, secondo la volontà di Dio può avere una straordinaria influenza sul resto della società: può essere un'intera comunità locale, ma anche un piccolo gruppo può essere sale, luce e lievito, e numerosissimi sono gli esempi nella storia. Dobbiamo diventare la visibile incarnazione dell'Evangelo. Anche da poco e da poche forze possono nascere benefiche rivoluzioni se quel gruppo è fedele alla volontà di Dio. Gesù ha cominciato con dodici discepoli, e non erano certo persone perfette!

 

C'è potenza nella preghiera e nell'Evangelo: ce n'è ancora di più se preghiamo ed evangelizziamo insieme. C'è potenza nella testimonianza e nella protesta, ma ce n'è ancora di più se testimoniamo ed agiamo insieme.

 

Conclusione

 

Il Signore Gesù ancora a noi oggi ripropone la sua sfida affinché noi occupiamo diligentemente il posto che come cristiani dobbiamo occupare in questo mondo. Se non svolgiamo la funzione che ci è propria, che se ne farà di noi?

 

Egli dice: "Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra il monte non può rimanere nascosta; e non si accende una lampada per metterla sotto ad un secchio; anzi, la si mette sul candeliere ed ella fa lume a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli".

 


 

SCHEMA

 

L'onore e le responsabilità di essere reclutati al servizio di Dio

 

(Matteo 5:13-16)

 

Concetti tratti elaborando e riassumendo: John Stott, "Issues facing Christians Today, A major Appraisal of Contemporary Social and Moral Questions", Basingstoke (GB): Marshalls, 1984, p. 62 ss: Alienation: Have We any Influence?.

 

I cristiani sono reclutati, arruolati, ingaggiati, assunti al servizio di Dio

 

Due efficaci immagini

1. Essere sale

2. Essere luce

 

Quattro precisi imperativi

1. I cristiani sono chiamati ad essere fondamentalmente diversi dai non cristiani

2. I cristiani sono chiamati a permeare la società non cristiana

3. I cristiani possono influenzare la società non cristiana

4. I cristiani devono conservare i loro tratti specifici

 

Sei linee direttive

1. La potenza della preghiera

2. La potenza dell'Evangelo

3. Testimoniare verità

4. La protesta

5. L'esempio

6. La comunità

 

Canto: Così risplenda la vostra luce